Wednesday, February 17, 2016

Caro Piatti,


mi chiedi un'opinione su Ryōtarō Shiba (司馬 遼太郎). Per capirci velocemente sarei tentato di paragonarlo a Indro Montanelli. Come Montanelli ha incarnato l'antifascismo postbellico, senza essere comunista, così Shiba ha incarnato il bisogno dei giapponesi del dopo guerra di rivalutare il loro passato. Shiba ha avuto l'abilità di mostrare un Giappone di cui poter essere fieri, ma senza ricorrere a sciovinismi o a revisionismi. Poi si può discutere sulle varie opere, come per esempio quella su Ryoma e la sua apertura internazionale, a me sembra una cosa un pò gonfiata ad usum delphini. Non so se ti può bastare. 

Non ho visto il programma televisivo di cui parli, ma posso dirti la mia opinione sul rapporto tra bushido e cristianesimo. Già Nitobe Inazo nel suo famoso libro scritto direttamente in inglese, propone di considerare il bushido come l' Antico Testamento dei Giapponesi. Arriva fino a paragonare il sacrificio di Isacco al sacrificio del figlio di Sugawara no Michizane, il che sarebbe anche molto suggestivo se non fosse completamente fuorviante. Perché i due sacrifici sono di segno molto diverso se non opposto. In questo modo si può arrivare a fare dei pastrocchi che non hanno molto senso se non quello di solleticare il narcisismo dei giapponesi. Quello che ci vuole è che qualche giapponese faccia una autentica esperienza abramitica (compresa la parte del "lasciare") e poi se ne parlerà. Non mettiamo limiti alla provvidenza, se il bushido come Virgilio per Dante si può integrare nel cristianesimo, ben venga. Ma può anche essere che invece sia proprio quello che Abramo ha dovuto lasciare indietro. Chi lo sa. Mettersi si lì a tavolino a fare piani per mischiare cose che magari non sono mischiabili, mi sa tanto di scherzare con i fanti senza lasciar stare i santi.

Anche Uchimura Kanzo parlava delle due J (Jesus and Japan) che andrebbe anche bene se messe in rapporto, ma se messe sullo stesso piano potrebbe suonare come qualcosa di sacrilego, i fanti e i santi appunto. Il Concilio dice che la chiesa accetta tutto ciò che di bello e buono c'è nelle culture, ma il Giappone non è il paradiso terrestre, anche qui lavora il peccato di Adamo, anche se molti non se ne sono ancora accorti.

Con tanti saluti.


Andrea Bonazzi






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