Monday, February 28, 2005

FIDES QUAERENS IMAGINEM

Analogamente a Fides quaerens intellectum, ci puo essere una esigenza di rendere in immagini le cose della fede.

Teleologia e Principio Antropico

Robert SPAEMANN, L'incompiutezza della definalizzazione, Riv. Fil. Neoscolastica, 4/2004, p. 739.

Mentre si nota una progressiva esclusione del principio di finalita' nella scienza moderna, questo processo rimane incompiuto, come testimonia anche la sopravvivenza del Principio Antropico.

Sunday, February 27, 2005

Vereor ne neglegentius vivam

"Vereor, ne neglegentius vivam."
"Ich befürchte, daß ich mich jetzt gehen lasse."
"I fear that I can be gone now."

(C. Plinius Secundus ep. 1. 12)

Su una tomba del cimitero di Viadana senza croci.
Caminante, son tus huellas
El camino, y nada mas;
Caminante, no hay camino,
Se hace camino al andar,
Al andar se hace el camino
Y al volver la vista atras
Se ve la senda que nunca
Se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino,
Sino estelas en el mar.

Ton chemin, voyageur, se sont tes foulées
Le chemin et rien de plus ;
Voyageur, il n’y a pas de chemin
Un chemin se fait en marchant,
C’est en marchant qu’on trace son chemin,
Et en regardant en arrière
On voit le sentier
Que jamais plus on ne foulera.
Voyageur, il n’y a pas de chemin
Seulement des sillages sur la mer.

Antonio MACHADO (1875-1939)

アナロギアの用法についてアクィナスが持っていた器用さ

「アクィナスはアナロギアを頻繁に用いている。特に被造物が創造者に語り掛けようとするとき、また創造者について語ろうとするときに、この方法を多く用いている。アクィナスの活動に先立つ1世紀間に、聖書の表現様式についての綿密な研究が進み、多様な言語現象の一つ一つを分析する方法が開発されていた。アクィナスはその成果を最大限に利用することができ、神学の領域でアナロギアを繊細を極めた方法で用いたのであった。その後、スコラ学者たちはこの問題についてのアクィナスの業績を分析整理してアナロギアの理論を構築しようとした。その際、アクィナスがアリストテレスに倣って『比例的アナロギア』と『帰属的アナロギア』とを明瞭に区別していたこともあって、この区別が特に強調された。しかしアクィナス自身は両者を時と場合に応じて使い分けていただけであって、特に理論というようなものは持っていなかった。アクィナスの著作からアナロギアに関する『教説』を引き出すようなことをすると、アナロギアの用法についてアクィナスが持っていた器用さを見失ってしまうことになるであろう。カエタヌス(1469-1543)に対する批判の要点もそこにあった。」(D. BURRELL、「アナロギア」、キリスト教神学事典、教文館、1995年、28-29頁)

Saturday, February 26, 2005

性の福音

先生、やたらとメールを送りつけてしまうようですが、お許しください。カトリックの洗礼を受けることは決心しているものの、未だによく解らないことが多いのです。今は春休みですし、私の疑問に答えてくださる方がいないのです。L先生は、機関銃(!)の如くお話しになるので、口を挟めずに話が変わってしまった、ということもあります。他に質問してもよさそうな方が思いつかないのです。で、肝心の疑問ですが、性欲のことに関してです。あまりびっくりしないでくださいね。そんなに露骨な話をするつもりはありませんから(笑)私がキリスト教に興味を持ってから、学術書に準ずるもの以外に、物語として書かれたもの(要は小説です)も読んでみました。イエス・キリストその人が登場するものではありませんが、キリスト教徒がでてくるものです。その中から二冊ほど、印象に残っているものについて、疑問があります。一冊は、明治時代の日本が舞台で、まだキリスト教が邪教と言われ、嫌悪されていた時代のクリスチャンたちの話です。主人公の男性は、クリスチャンが身近にいて、彼らに影響されて洗礼を受けました。(主人公の)身近な人たち(家族、恋人、友人・・・)は何故キリスト教に惹かれたのか。その教えとはどんなものなのか。彼らがありがたがる聖書とはどんな本なのか。そこから、洗礼を受ける意思を固めていきます。その中の一節に、女性を見ると、性的な興味を覚える自分に、「色情を抱いて女を見る者は誰でも、頭の中でその女を犯したのである」という言葉を重ねあわせていました。古くからの友人と語りあう場面で、「それなら、僕は一体何度姦通したことか」と言い、「それは僕も同じさ」と答えていました。もう一冊は、十六世紀のパリを舞台にした作品で、神学を学ぶ学生たちとその先生たちが出てくる話です。その中に、近親相姦を犯した学僧が出てきます。その告白をする場面で、話を聞いていたひとりが「肉欲は、それ自体がキリスト教徒の罪なんだよ」と泣きながら言うところがありました。
私は、この言葉がひどく印象に残っています。でも、私のキリスト教概論の先生は、「罪じゃないよ」とおっしゃり、L先生(一応聞いてみたことはあります)は「人間の体は神さまがお作りになったものなんだから、悪くない」とおっしゃいました。でも、私はあまり納得していません。だったら、どうして聖書にこんな記述があるんだ・・・と思います。性的、肉体的なことに対して禁欲的なのはギリシャ起源だ、ということを、本で読んだことがあります。でも、二冊目の本(『カルチェ・ラタン』という題です)はパリが舞台で、神学生たち、先生たちはカトリック、ちょうどプロテスタントが出てきた頃です。実在の人物とその交流関係を描いているようで、ジャン・カルヴァン、フランシスコ・ザビエル、などが登場していました。これはカトリック的な解釈なのか、それとも時代のせいか・・・。十六世紀に起こった出来事を、今の感覚で受け止めることにそもそもの無理があるのか。さっぱり解りません。
今、メールで細かく説いて聞かせて欲しいとは言いません。先生が英知にお帰りになってから、時間を見つけて教えてくださいませんか。私の疑問のひとつとして、お心に留めておいてください。
日本では、もう杉の花粉が飛び始めています。イタリアに花粉症の人なんているでしょうか? 今年は例年の百倍の花粉が飛ぶそうです。気候の関係から、杉の開花が遅く、花粉の飛ぶ時期もずれて長引くのではないか、というのが気象予報士の見解です。花粉症の最盛期と、先生のご帰国が重なるようですが、学会でくしゃみを連発しないよう、お気をつけくださいね(笑)


Kさん
「色情を抱いて女を見る者は誰でも、頭の中でその女を犯したのである」という言葉はまず正しく理解する必要があるでしょう。美味しいケーキを見てほしがるのと、店の中に入ってそのケーキを盗んでいくのとは同じではないでしょう(少なくとも法律的に)。すごく簡単に言えば聖書は言いたいのは、人間の「悪い行為」の起源は「心」にあるのだよ!ということです。これは、いわば「形式主義的倫理」(形だけ整える倫理)を乗り越えて、人間の「内面」(意図)の倫理を打ち立てるものであり、「結果」だけではなくて、問題の「原因」に目を向けさせるものでしょう。
第二に、「性的、肉体的なことに対して禁欲的なのはギリシャ起源だ」というのはあまり正確的な言い方ではありません。正確に言えば「新プラトン主義やストア派の影響」ということなのですが、ギリシア文化はどちらかと言えば、かなり官能的な文化だった。
次は、16世紀の教会の話ですが、まず歴史を語るときに、「暗い夜に牛はみな同じく見える」(ヘーゲル)というようなことを避けるべきでしょう。ギリシア文化の影響を受けた初代教会と宗教改革後の西欧の教会をどう結びけるかは、一口で言えるようなものではありませんので、ここで省かせていただきます。
要するに、日本では特にカトリック教会の性の倫理に対しては「厳しすぎる」というイメージ(偏見?)があります。それは百も承知しています。それには、歴史的な事情があることは勉強すればわかります。また、人間の性というものを真剣に受け止めているからこそ、厳しくなることがあります。それは、子供のことを真剣に思う親の気持ちに似ていると思います。「遊び」程度にしか性を描かないマスコミのとは違うのも確かです。でも、マスコミは信頼に値すると思わないときは少なくないのも事実です。
で、キリスト教を勉強し始めるにあたって、一般社会のこうしたイメージに引っかかるとはわからないことでものないのですが、枝葉的ものかなと思ったりします。キリスト教(もっと正確に言えばキリスト)を知るために、倫理学的な問題から始まるのはベストの切り口だとは思いにくいのです。あなたは若さで性に対して独特な興味があるでしょうから気持ちはわかります。性というのは、人間に幸せも不幸ももたらすものです。人間世界の多くのことと同じく「両義的(両面的)」なもので、キリストによって「救われる」(正しい意味づけをうける)必要があります。さて、キリストは性に対しても「福音」(よい知らせ)をもたらしたわけで、それをしるためには、まずキリストそのものを知る必要があると思われます。これは、チャレンジですぅが、私からの助言でもあります。
今は、「四旬節」で、「復活祭」への準備をしています。これは知っている者にはすごい恵みのときで、あなたもこうした恵みにあずかれるようにお祈りします。
お互いに身体に気をつけましょう。

Friday, February 25, 2005

Ratzinger al funerale di don Giussani ラツィンガー

"Ha evitato di trasformare il 'credere' in 'fare'"

"Se non si da Dio si da troppo poco"

"Dio rimane enigmatico se non e' riconosciuto nel volto di Cristo"


Don Giussani神父の葬儀ミサのホミリアから

「ブラジルで”信じる”を”する”(社会をよくする)に変えなかった」

「神を与えなければ何を与えても足りない」

「神をキリストの顔に認めなければ、神のことは謎めいたことにとどまる」

Thursday, February 24, 2005

L’omelia alle esequie di don Luigi Giussani

Don Giussani, un prete ferito dalla Bellezza L’omelia alle esequie di don Luigi Giussani, Milano, 24 febbraio 2005. Testo non rivisto dall’autore
di Joseph Ratzinger
Cari fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, “i discepoli al vedere Gesù gioirono”. Queste parole del Vangelo ora letto ci indicano il centro della personalità e della vita del nostro caro don Giussani.
Don Giussani era cresciuto in una casa – come dice – povera di pane, ma ricca di musica, e così dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza e non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita, e così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia.
Già da ragazzo ha creato con altri giovani una comunità che si chiamava Studium Christi; il loro programma fu di parlare di nient’altro se non Cristo, perché tutto il resto appariva come perdita di tempo. Naturalmente ha saputo poi superare l’unilateralità, ma la sostanza gli è sempre rimasta, che solo Cristo dà senso a tutto nella nostra vita, sempre ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo.
Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cristianesimo è un incontro, una storia di amore, è un avvenimento.
Questo innamoramento in Cristo, questa storia di amore che è tutta la sua vita era tuttavia lontana da ogni entusiasmo leggero, da ogni romanticismo vago; realmente, vedendo Cristo, ha saputo che incontrare Cristo vuol dire seguire Cristo, che questo incontro è una strada, un cammino, un cammino che attraversa – come abbiamo sentito nel salmo – anche la “valle oscura”. E nel Vangelo, nel secondo Vangelo abbiamo sentito proprio l’ultimo buio della sofferenza di Cristo, della apparente assenza di Dio, dell’eclisse del Sole del mondo. Sapeva che seguire è attraversare una “valle oscura”, vuol dire andare sulla via della croce, e tuttavia vivere nella vera gioia.
Perché è così? Il Signore stesso ha tradotto questo mistero della croce, che in realtà è il mistero dell’amore, con una formula nella quale si esprime tutta la realtà della nostra vita. Il Signore dice: “Chi cerca la sua vita, vuol avere per sé la vita, la perde e chi perde la sua vita, la trova”.
Don Giussani realmente voleva non avere per sé la vita, ma ha dato la vita, e proprio così ha trovato la vita non solo per sé, ma per tanti altri. Ha realizzato quanto abbiamo sentito nel primo Vangelo: non voleva essere un padrone, voleva servire, era un fedele servitore del Vangelo, ha distribuito tutta la ricchezza del suo cuore, ha distribuito la ricchezza divina del Vangelo, della quale era penetrato e, servendo così, dando la vita, questa sua vita ha portato un frutto: ricco come vediamo in questo momento, è divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo.
Questa centralità di Cristo nella sua vita gli ha dato anche il dono del discernimento, di decifrare in modo giusto i segni dei tempi in un tempo difficile, pieno di tentazioni e di errori, come sappiamo. Pensiamo agli anni 1968 e seguenti, un primo gruppo dei suoi era andato in Brasile e qui si trovò a confronto con questa povertà estrema, con questa miseria. Che cosa fare? Come rispondere? E la tentazione fu grande di dire: adesso dobbiamo, per il momento, prescindere da Cristo, prescindere da Dio, perché ci sono urgenze più pressanti, dobbiamo prima cominciare a cambiare le strutture, le cose esterne, dobbiamo prima migliorare la terra, poi possiamo ritrovare anche il cielo. Era la tentazione grande di quel momento di trasformare il cristianesimo in un moralismo, il moralismo in una politica, di sostituire il credere con il fare. Perché, che cosa comporta il credere? Si può dire: in questo momento dobbiamo fare qualcosa. E tuttavia, di questo passo, sostituendo la fede col moralismo, il credere con il fare, si cade nei particolarismi, si perdono soprattutto i criteri e gli orientamenti, e alla fine non si costruisce, ma si divide.
Monsignor Giussani, con la sua fede imperterrita e immancabile ha saputo, che anche in questa situazione, Cristo, l’incontro con Cristo rimane centrale, perché chi non dà Dio, dà troppo poco e chi non dà Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costruisce, ma distrugge, perché fa perdere l’azione umana in dogmatismi ideologici e falsi, come abbiamo visto molto bene.
Don Giussani ha conservato la centralità di Cristo e proprio così ha aiutato con le opere sociali, con il servizio necessario l’umanità in questo mondo difficile, dove la responsabilità dei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgente.
Chi crede deve attraversare – abbiamo detto – anche la “valle oscura”, le valli oscure del discernimento, e così anche delle avversità, delle opposizioni, delle contrarietà ideologiche che arrivavano fino alle minacce di eliminare i suoi fisicamente per liberarsi da questa altra voce che non si accontenta del fare, ma porta un messaggio più grande, così anche una luce più grande.
Monsignor Giussani, nella forza della fede ha attraversato imperterrito queste valli oscure e naturalmente, con la novità che portava con sé aveva anche difficoltà di collocazione all’interno della Chiesa. Sempre se lo Spirito Santo, secondo i bisogni dei tempi, crea il nuovo, che in realtà è il ritorno alle origini, è difficile orientarsi e trovare l’insieme pacifico della grande comunione della Chiesa universale. L’amore di don Giussani per Cristo era anche amore per la Chiesa, e così sempre è rimasto fedele servitore, fedele al Santo Padre, fedele ai suoi Vescovi.
Con le sue fondazioni ha anche interpretato di nuovo il mistero della Chiesa.
Comunione e Liberazione ci fa subito pensare a questa scoperta propria dell’epoca moderna, la libertà, e ci fa pensare anche alla parola di sant’Ambrogio “Ubi ‘ fides est libertas”. Il cardinal Biffi ha attirato la nostra attenzione sulla quasi coincidenza di questa parola di sant’Ambrogio con la fondazione di Comunione e liberazione. Mettendo in rilievo così la libertà come dono proprio della fede, ci ha anche detto che la libertà, per essere una vera libertà umana, una libertà nella verità, ha bisogno della comunione. Una libertà isolata, una libertà solo per l’io, sarebbe una menzogna e dovrebbe distruggere la comunione umana. La libertà per essere vera, e quindi per essere anche efficiente, ha bisogno della comunione, e non di qualunque comunione, ma ultimamente della comunione con la verità stessa, con l’amore stesso, con Cristo, col Dio trinitario. Così si costruisce comunità che crea libertà e dona gioia.
L’altra fondazione, i Memores Domini, ci fa pensare di nuovo al secondo Vangelo di oggi: la memoria che il Signore ci ha dato nella santa eucaristia, memoria che non è solo ricordo del passato, ma memoria che crea presente, memoria nella quale Egli stesso si dà nelle nostre mani e nei nostri cuori, e così ci fa vivere.
Attraversare valli oscure. Nella ultima tappa della sua vita don Giussani ha dovuto attraversare la valle oscura della malattia, dell’infermità, del dolore, della sofferenza, ma anche qui il suo sguardo era fissato su Gesù, e così rimase vero in tutta la sofferenza, vedendo Gesù, poteva gioire, era presente la gioia del Risorto, che anche nella passione è il Risorto e ci dà la vera luce e la gioia e sapeva che – come dice il salmo – anche attraversando questa valle, “non temo alcun male perché so che Tu sei con me e abiterò nella casa del Padre”. Questa era la sua grande forza: sapere che “Tu sei con me”.
Miei cari fedeli, cari giovani soprattutto, prendiamo a cuore questo messaggio, non perdiamo di vista Cristo e non dimentichiamo che senza Dio non si costruisce niente di bene e che Dio rimane enigmatico se non riconosciuto nel volto di Cristo.
Adesso il vostro caro amico don Giussani è arrivato nell’altro mondo e siamo convinti che si è aperta la porta della casa del Padre, siamo convinti che adesso pienamente si realizza questa parola: vedendo Gesù gioirono, gioisce con una gioia che nessuno gli toglie. In questo momento vogliamo ringraziare il Signore per il grande dono di questo sacerdote, di questo fedele servitore del Vangelo, di questo padre. Affidiamo la sua anima alla bontà del suo e del nostro Signore.
Vogliamo, in quest’ora pregare anche particolarmente per la salute del nostro Santo Padre, ricoverato di nuovo, con tanta fiducia che il Signore lo accompagni e gli dia forza e salute. E preghiamo perché il Signore ci illumini, ci doni la fede che costruisce il mondo, la fede che ci fa trovare la strada della vita, la vera gioia.

Wednesday, February 23, 2005

Dal nuovo libro del Papa: Memoria e Identita'

Memoria e identità Il Pontefice riflette sulla tragedia dei totalitarismi di cui è stato testimone nella sua Polonia. E spiega come la lotta contro il bene faccia parte del senso che Cristo ha dato alla storia dell’uomo
Quanto accadde in Polonia dopo l’avvento al potere dei marxisti produsse frutti simili a quelli dei processi verificatisi già in precedenza nell’Europa occidentale a seguito del periodo illuminista. Si parlò, tra l’altro, di «tramonto del realismo tomistico», e si intendeva con ciò anche l’abbandono del cristianesimo come fonte del filosofare. In definitiva, ciò che era messo in questione era la possibilità stessa di raggiungere Dio. Nella logica del cogito, ergo sum, Dio si riduceva ad un contenuto della coscienza umana; non poteva più essere considerato come Colui che spiega fino in fondo il sum umano. Non poteva dunque rimanere come 1’Ens subsistens, l’«Essere autosufficiente», come il Creatore, Colui che dona l’esistenza, e anzi come Colui che dona se stesso nel mistero dell’Incarnazione, della Redenzione e della Grazia. Il Dio della Rivelazione aveva cessato di esistere come «Dio dei filosofi ».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Documento/2005/02_Febbraio/24/230205_gp2.shtml

Greek Exam

Mh; qhsaurivzete uJmi'n qhsaurou;" ejpi; th'" gh'",

o{pou sh;" kai; brw'si" ajfanivzei kai; o{pou klevptai

dioruvssousin kai; klevptousin: qhsaurivzete de; uJmi'n

qhsaurou;" ejn oujranw'/, o{pou ou[te sh;" ou[te brw'si"

ajfanivzei kai; o{pou klevptai ouj dioruvssousin oujde;

klevptousin: o{pou gavr ejstin oJ qhsaurov" sou, ejkei'

e[stai kai; hJ kardiva sou. 

(KATA MATQAION)

Onoj avkou,saj tetti,gwn avdo,ntwn( h[sqh evpi. th/ euvfwni,a(

kai. zhlw,saj auvtw/n th.n h`du,thta ei=pe\ ^ti, sitou,menoi

toiau,thn fwnh.n avfi,ete*^ Tw/n de. eivpo,ntwn dro,son( o` o;noj

prosparame,nwn th/ dro,sw( limw/ diefqa,rh)

Ou[twj oi` tw/n para. fu,sin evpiqumou/ntej( para. to. mh.

evpitucei/n w-n evfi,entai( kai. ta. me,gista dustucou/sin)

(AISWPOS)

Δαρείου καὶ Παρυσάτιδος γίγνονται παῖδες δύο, πρεσβύτερος μὲν Ἀρταξέρξης, νεώτερος δὲ Κῦρος· ἐπεὶ δὲ ἠσθένει Δαρεῖος καὶ ὑπώπτευε τελευτὴν τοῦ βίου, ἐβούλετο τὼ παῖδε ἀμφοτέρω παρεῖναι.

ὁ μὲν οὖν πρεσβύτερος παρὼν ἐτύγχανε· Κῦρον δὲ μεταπέμπεται ἀπὸ τῆς ἀρχῆς[1] ἧς αὐτὸν σατράπην ἐποίησε, καὶ στρατηγὸν δὲ αὐτὸν ἀπέδειξε πάντων ὅσοι ἐς Καστωλοῦ πεδίον ἁθροίζονται. ἀναβαίνει οὖν ὁ Κῦρος λαβὼν Τισσαφέρνην ὡς φίλον, καὶ τῶν Ἑλλήνων ἔχων ὁπλίτας ἀνέβη τριακοσίους, ἄρχοντα δὲ αὐτῶν Ξενίαν Παρράσιον.  (Kuvrou jAnabavsew")



[1] 領域

Ὄνος ἀκούσας τεττίγων ᾀδόντων ἥσθη ἐπὶ τῇ εὐφθνίᾳ καὶ ζηλώσας αὐτῶν τὴν φωνὴν ἐπελάθετο καὶ τῆς οἰκείας φωνῆς.
Οὕτως οἱ τῶν παρὰ φύσιν ἐπιθυμοῦντες καὶ ἃ ἔχουσι δυστυχοῦσι.

(AISWPOS)

Panto;" trigwvnou hJ meivzwn pleura; th;n meivzona gwnivan

uJpoteivnei.

[Estw ga;r trivgwnon to; ABG meivzona e[con th;n AG pleura;n th'" AB: levgw, o{ti kai; gwniva hJ uJpo; ABG meivzwn ejsti; th'" uJpo; BGA.

jEpei; ga;r meivzwn ejsti;n hJ AG th'" AB, keivsqw th'/ AB i[sh

hJ AD, kai; ejpezeuvcqw hJ BD.

Kai; ejpei; trigwvnou tou' BGD ejktov" ejsti gwniva hJ uJpo; ADB,

meivzwn ejsti; th'" ejnto;" kai; ajpenantivon th'" uJpo; DGB: i[sh de; hJ uJpo; ADB th'/ uJpo; ABD, ejpei; kai; pleura; hJ AB th'/ AD ejstin i[sh: meivzwn a[ra kai; hJ uJpo; ABD th'" uJpo; AGB: pollw'/ a[ra hJ uJpo; ABG meivzwn ejsti; th'" uJpo; AGB.

Panto;" a[ra trigwvnou hJ meivzwn pleura; th;n meivzona gwnivan uJpoteivnei: o{per e[dei dei'xai.

(EUKLEIDOU STOICEIA)

Tuesday, February 15, 2005

Catena di S. Antonio

Carissima M.,
ho ricevuto la mail su S. Teresa (ma di quale Teresa si tratta? d'Avila o di Lisieux?) con l'invito a farla circolare. Ti ringrazio del pensiero, ma spero che non te ne avrai a male se ti avvertoche io non ho nessuna intenzione di far circolare cose del genere e adesso ti spiego i motivi:
1) Qui siamo di fronte a una specie di quello che in gergo si chiamano le "catene di S.Antonio", appunto perchesi sono diffuse, facendo leva sulla buona fede (ma anche creduloneria) della gente, fin dai tempi delle lettere non elettroniche grazie alla popolarita' del santo Antonio da Padova. Santo molto popolare e famoso per la sua generosita' nel concedere grazie.Una lettera tipicamente contiene l'invito a diffondere il messaggio promettendo (in un modo lasciatoopportunamente vago) una qualche "grazia" e una (non meno vaga) punizione se si interrompe la catena.Questa e' la "sostanza", ma si puo aggiungere anche tante altre cose e non c'e' limite alla fantasia.
2) Anche se il contenuto delle lettere sembra ineccepibilmente "cristiano" e sembra una oppurtunita'per far pensare alle cose della fede cristiana, di fatto fanno fare un "atto di fede" (sto usando un terminetecnico) che non ha niente a che vedere con la fede cristiana. E mi spiego.
3) La fede cristiana si definisce come un atto di amore gratuito, cioe non legato ne a speranza di favori ne a timoredi punizione. 1Giovanni 4:18 Nell'amore non c'┬ timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perch└ il timore suppone un castigo e chi teme non ┬ perfetto nell'amore.Qualcuno potrebbe obiettare che nessuno ha una fede cosi perfetta e che tutti quanti credono in Dio per ottenerequalcosa. E che poi queste lettere non chiedono di fare niente di male, anzi possono essere un'occasione per farfare del bene a qualcuno.Va bene, mi rendo conto che la maggioranza della gente la puo prendere in questo modo. Io personalmente, anche per la conoscenza dei fenomeni religiosi, penso che sono molte diseducative. (la provvidenza si dice che sa scrivere dritto anche su righe storte, ma questo non vuol dire che io debba collaborare a diffondere cose sbagliate).
4) Gia Malinowsky, un famoso antropologo, ha definito la differenza tra "magia" e "religione" in questi termini:
MAGIA= rituali performati per scopi specifici (perche' c'e' un bisogno) per aiutare la gente a sopportare una incertezza di carattere generale (la caccia, il raccolto, ecc)
RELIGIONE= rituali performati per scopi non specifici (perche la tradizione lo richiede) per aiutare la gente a sopportare unaincertezza di carattere specifico (la morte).
5) Se ci pensi bene il "rituale" della spedizione a catena di messaggi e' vicinissima alla mentalita' della magia. Molta gente infatti pensa che tanto a spedirla non si fa niente di male, anzi ci puo essere qualcosa di buono, e intanto (NON SI SA MAI!) si evitaqualcosa di brutto. In ogni caso io sono convinto che educa la gente a fare un cattivo "atto di fede". Perche, anche se lo faisolo per "stare sul sicuro", ecco che per un attimo hai gia CREDUTO nella potenza di un qualcosa che non e' Dio e quindiuna forma di idolatria. E questo, che puo sembrare una cosa da niente, di fatto ti allontana dalla vera fede, che consistenell'affidarsi a Dio in ogni condizione.
Insomma c'e' una differenza "sostanziale" (termine tecnico) tra questo tipo di fede e la fede che propone la Bibbia. Anzi, ti diro' che io tendo a pensare che queste "catene" sono una cosa di tipo "diabolico" e per questo io me ne faccio un punto di onoredi non spedirle assolutamente e di interrompere la catena, pregando per la salvezza dell'anima di chi invece le diffonde.
Per quel poco che conosco il Dio cristiano, e' piu' facile attirarsi qualcosa di buono interrompendo la catena che continuandola,perche come dice la Bibbia "e' un Dio geloso" e guai a chi fa qualsiasi cosa che possa allontanare da Lui i suoi beneamati figli.
Ciao
Andrea

>> L'ho mandata solo perche' e' bella sul serio. Spero di aver scelto le sette
>> > persone giuste. Per favore, tornatemi indietro il messaggio. Nel caso
>> > qualcuno sia interessato, Santa Teresa e' nota come la Santa delle piccole
>> > cose, significa cioe' che credeva nel fare le piccole cose bene e con amore.
>> > E' anche la patrona dei fiorai e dei fioristi, e viene rappresentata dalle
>> > rose. Possa ognuno essere protetto dal ricevere questo messaggio. La
>> > preghiera di Teresa non puo' essere cancellata. Ricorda di esprimere un
>> > desiderio prima di leggerla. E' tutto cio' che devi fare. Non c'e' niente in
>> > allegato. Questa e' una potente preghiera cristiana. Mandala a sette
>> > persone>> > e informami di cosa accade il quarto giorno. Non rompere la catena, per
>> > favore. Pregare e' uno dei doni migliori che riceviamo. Non ci sono costi
>> > ma>> > molti benefici.>> > Suggerimento: copia e incolla piuttosto che inoltrare per proteggere gli>> > indirizz i e-mail dai virus. Hai espresso un desiderio? Se non lo hai
>> > espresso, non si avverera'. Ultima possibilita' per esprimere un desiderio!
>> >>> >>> >>> >
Preghiera di Santa Teresa: Possa oggi esserci la pace. Possa tu avere
>> > fiducia nelle tue possibilita' che tu sia esattamente dove avresti voluto
>> > essere. Possa tu non dimenticare le infinite possibilita' che nascono dalla
>> > fede. Possa tu usare questi doni che hai ricevuto e trasmettere l'amore
>> > che ti e' stato donato... Sii contento di sapere di essere figlio di Dio....
>> > Sia questa presenza fissata nelle tue ossa, e permetti alla tua anima di
>> > essere libera di cantare, ballare, glorificare e amare. Sia cosi' per ognuno di
>> > voi... Ora, invia questa preghiera a sette persone nei prossimi 5 minuti e
>> > il tuo desiderio diverra' vero. E ricordati di rimandarla anche alla persona
>> > che te l'ha inviata...ti accorgerai del perche'>> >> >>

Saturday, February 05, 2005

Trascendentali

BELLEZZA come sintesi di VERITA' e AMORE (BENE).


超越論の真善美の相互関係:真と愛(善)の結合としての美