Showing posts with label musica. Show all posts
Showing posts with label musica. Show all posts

Friday, March 07, 2014

「レクイエム(死者の為のミサ曲)」 「Dies irae(怒りの日)」歌詞対訳 G・ヴェルディー作曲



Dies irae(怒りの日)」歌詞対訳   G・ヴェルディー作曲

                   

 
Dies irae, dies illa,
Solvet saeclum in favilla:
Teste David cum Sibylla.
 
 
Quantus tremor est futurus,
Quando judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus!
 
 
Tuba, mirum spargens sonum
Per sepulcra regionum,
Coget omnes ante thronum. 
 
 
Mors stupebit, et natura,
Cum resurget creatura,
Judicanti responsura.
 
 
Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
Unde mundus judicetur.  
 
Judex ergo cum sedebit,
Quidquid latet, apparebit:
Nil inultum remanebit.
 
Dies irae, dies illa,
Solvet saeclum in favilla:
Teste David cum Sibylla.
 
 
Quid sum miser tunc dicturus?
Quem pattonum rogaturus,
Cum vix justus sit securus? 
 
 
 
Rex tremendae majestatis
Qui salvandos salvas gratis,
Salva me, fons pietatis.
 
 
 
Recordare, Jesu pie,
Quod sum causa tuae viae:
Ne me perdas illa die.  
 
Quaerens me, sebisti lassus:
Redemisti crucem passus:
Tantus labor non sit cassus.  
 
Justus judex ultionis,
Donum fac remissionis
Ante diem rationis.  
 
Ingemisco, tamquam reus:
Culpa rubet vultus meus:
Supplicanti parce, Deus.
 
 
Qui Mariam absolvisti,
Et latronem exaudisti,
Mihi quoque spem dedisti.  
 
Preces meae non sunt dignae:
Sed tu bonus fac benigne,
Ne perenni cremer igne.  
 
Inter oves locum praesta,
Et ab haedis me sequestra,
Statuens in parte dextra.  
 
Confutatis maledictis,
Flammis acridus addictis:
Voca me cum benedictis.  
 
Oro supplex et acclinis,
Cor contritum quasi cinis:
Gere curam mei finis.  
 
Dies irae, dies illa,
Solvet saeclum in favilla:
Teste David cum Sibylla.
 
 
Lacrimosa dies illa,
Qua resurget ex favilla
Judicandus homo reus:
Huic ergo parce, Deus.
 
 
Pie Jesu Domine,
dona eis requiem.
Amen. 
 
彼の日こそ怒りの日なり、
世界を灰に帰せしめん。
ダヴィデとシビラの証のごとし。
(合唱)(Time 00:00) 
 
審判者やがて来りまして、
万(よろず)の事厳かに糺(ただ)し給わん。
人々の恐れ戦き、如何にや在らん。
(合唱)(Time 01:52) 
 
全土の墳墓に響き渡る、
妙なるラッパの響きにて、
人みな玉座の下に駆り集められん。
(合唱)(Time 02:18)
 
死と自然は驚かん、
其は造られたる物、審判者に。
答えんとて甦ればなり。
(バス独唱)(Time 04:30) 
 
その時世を裁かん為、
全ての事柄を書き表されし
文は差し出されん。  
 
かくて審判者出でて座し給うや、
隠れたる事悉(ことごと)く顕れ、
一つとして報いられざる事は無からん。
(メッゾ・ソプラノ、合唱)(Time 05:45)
彼の日こそ怒りの日なり、
世界を灰に帰せしめん。
ダヴィデとシビラの証のごとし。
(合唱)(Time 09:27) 
  
その時、哀れなる我、
果たして何をか言わん?
誰をか弁護者と仰がん?
(ソプラノ、メッゾ・ソプラノ、テノール)
(Time 10:17)  
 
仰ぐも畏(かしこ)き御霊感の大王、
御(み)恵みもて救わるべき者を救い給えば、
我をも救い給え、慈しみの泉よ。
(ソプラノ、メッゾ・ソプラノ、テノール、バス、合唱)(Time 13:47)  
 
慈悲深きイエズスよ。
天降り給いしは、其も我が為なりしを、
彼の日我を滅ぼし給わざれ。  
我を訪ねんとて疲れて座し給い、
贖(あがな)わんとして十字架の苦しみを忍び給いし故、
かかる労苦を空しからざらしめ給え。  
厳しく罰し給う正義なる裁き主よ、
裁きの日の至るまでに、
赦しの恵みを施し給え。
(ソプラノ、メッゾ・ソプラノ)(Time 17:19)  
 
 
我過ちたれば嘆き、
罪を恥じて顔赧(あか)らむ、ああ天主、
平伏して願い奉る、我を許し給え。
(テノール独唱)(Time 21:20) 
 
主はマリアを赦し、
盗賊の願いを聞き入れ給いしに依り、
我今もまた望みを抱かせしめ給えり。  
 
我が願いは相応しからざれど、
善き主よ、御慈悲もて、
我を永遠の火に焼けざらしめ給え。  
 
羊のうちに我を置き、
牡山羊より我を離れしめ、
右に立たしめ給え。(テノール独唱)(Time 21:52)   
 
呪われし者を恥じせしめて、
烈(はげ)しき炎に渡し給わん時、
我を祝せられし者と共に招き給え。  
 
平伏して灰の如く砕けたる、
心も偏(ひとえ)に願い奉る、
我が終わりを計らい給え。(バス独唱)(Time 24:34)  
 
彼の日こそ怒りの日なり、
世界を灰に帰せしめん。
ダヴィデとシビラの証のごとし。
(合唱)(Time 28:16)  
 
彼の日や涙の日なるかな、
人罪ありて裁きを受けんとて、
灰より甦らん。
されば天主、その時彼らを許し給え。
(ソプラノ、メッゾ・ソプラノ、テノール、バス、合唱)(Time 29:42)
慈悲深き主イエズスよ、
永遠の安息を彼らに与え給え、アーメン。
(ソプラノ、メッゾ・ソプラノ、テノール、バス、合唱)(Time 32:36)

間違ってたらごめんなさいです~。(^^;;;
http://home.intercity.or.jp/users/mark/tohkoh/midi/diesirae.htm


[1] 古今、多くの音楽家がレクイエムを作曲している。中でも、モーツァルト、ヴェルディ、フォーレのそれは三大レクイエムと呼ばれる。それぞれレクイエム (モーツァルト)、レクイエム (ヴェルディ)、レクイエム (フォーレ)を参照。

Thursday, December 08, 2011

Nella musica liturgica si deve riflettere il mistero dell'Incarnazione

Il canto
che riposa nel fondo delle cose


di RAMÓN SAIZ-PARDO HURTADO
Pontificia Università della Santa Croce
In una certa occasione qualcuno mi domandò se in cielo ci sarà la musica. Non era il momento di lunghi discorsi. Ci pensai un po', poi risposi: "Senza dubbio; non si potrebbe immaginare lo splendore dell'assunzione della Vergine senza splendide musiche". Non è azzardato: schiere di angeli vanno incontro alla loro regina che giunge in corpo e anima. La musica è solenne; trabocca affetto, bellezza, allegria. Tutto è sublime. Alla fine, arriva. E il Figlio, che iniziò l'esser uomo in seno alla Trinità, accoglie sua madre. Tale situazione deve avere dei punti di contatto con ciò che accade durante la celebrazione di una messa. Benedetto XVI spiega che la liturgia terrena è liturgia solo in quanto si unisce alla liturgia celeste. Così, per esempio, tutti i prefazi della messa si concludono sempre con l'invito a tutti a cantare il Sanctus insieme agli angeli. Il Papa spiega che in qualche modo, gli uomini chiedono di essere ammessi al coro celeste. E aggiunge, con un pizzico di humor, che il nostro canto deve esser tale che gli angeli lo possano ascoltare. Una volta entrati nel contesto, è facile rendersi conto che uno canta verso un "Tu", per adorare Dio.
Nell'udienza generale dello scorso 31 agosto, Benedetto XVI tornò a riferirsi alla bellezza. Sottolineava tra le capacità possedute dall'arte, quella di parlare: è una porta aperta sull'infinito, verso una bellezza e una verità che vanno molto al di là del quotidiano. Segnalava inoltre alcune espressioni artistiche quali autentici percorsi verso Dio, la Suprema Bellezza. Anzi - dichiarava - sono un aiuto per crescere, nell'orazione, nella relazione con Lui. "Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede. Un esempio lo possiamo avere quando visitiamo una cattedrale gotica: siamo rapiti dalle linee verticali che si stagliano verso il cielo ed attirano in alto il nostro sguardo e il nostro spirito, mentre, in pari tempo, ci sentiamo piccoli, eppure desiderosi di pienezza (...) Oppure, quando ascoltiamo un brano di musica sacra che fa vibrare le corde del nostro cuore, il nostro animo viene come dilatato ed è aiutato a rivolgersi a Dio". In altri contesti, facendo un passo avanti, il Papa ha spiegato le parole del Vaticano II riferite alla musica liturgica quale parte necessaria e integrante della liturgia solenne (cfr. Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum concilium, 112). La musica, ha affermato Benedetto XVI è essa stessa liturgia. Perché sostengo che le considerazioni sul piano liturgico rappresentano un passo in più? Non è vero che si può pregare in qualsiasi situazione? Senza dubbio. Però nella liturgia, l'Eucaristia significa che Dio ha risposto. L'Eucaristia, spiega il Papa, è Dio in quanto risposta, quale presenza che risponde. Nella liturgia, l'iniziativa della relazione dell'uomo con Dio non è dell'uomo, bensì dello stesso Dio. E inoltre l'uomo non è solo, ma con l'intera Chiesa, corpo di Cristo. L'orazione liturgica si realizza nel contesto della morte e risurrezione di Cristo, dell'amore che ha vinto la morte. La forza di questi termini fa presagire che la stessa musica liturgica possiede una propria specificità.
Attualmente la musica liturgica si propone in termini problematici. Il Papa spiega che la soluzione non si trova affrontando direttamente gli aspetti pratici. Ad esempio, è chiaro che molte volte gli incaricati della pastorale non si intendono con i musicisti e viceversa. Si tratta di un problema che è sempre esistito, e che sempre esisterà. Ma questo non è il lato fondamentale. Per trovare le soluzioni è necessario conoscere e comprendere l'essenza della liturgia. Avviamoci ad affrontarla in due punti.
Nella liturgia si attua la redenzione dell'uomo. L'uomo, dopo il peccato, si rende conto che non è in grado di tornare a Dio con le proprie forze. Dio stesso gli promette un redentore. Cristo, il Buon Pastore, viene a prenderci sulle sue spalle e portarci di ritorno a casa. Si incarna e accetta di venir crocifisso, per poi risorgere e salire al cielo. Nella messa, attualizzazione del sacrificio del Calvario, Cristo ci fa pregustare il suo ritorno glorioso, e ci assimila a sé. Cristo, con le sue braccia aperte, ci attrae verso di sé dalla croce.
Lì si congiungono la misericordia divina e la miseria umana. Con tale amore radicale, la morte stessa viene trasformata in resurrezione per amore e l'uomo è trasformato e salvato, innestato in Cristo. Data questa forte premessa, qual è il luogo e il ruolo della musica liturgica? La liturgia parla di tutto questo amore di Dio per l'uomo. Anzi, mette in atto tutto questo amore, perché Dio è il suo protagonista.
La bellezza della liturgia è lo splendore delle meraviglie che si stanno operando. Ma è Cristo stesso, risorto, il soggetto di tale bellezza, ed è Lui che ci permette di intravvedere ciò che sta accadendo. Nella esortazione apostolica Sacramentum caritatis, Benedetto XVI scrive: "La vera bellezza è l'amore di Dio che si è definitivamente a noi rivelato nel Mistero pasquale. La bellezza della liturgia è, in un certo senso, un affacciarsi del Cielo sulla terra".
E qui entra in gioco, infine, la musica. Perché in ciò che Dio rivela all'uomo, nel suo tradursi in parole umane, una parte rimane indicibile che soltanto con il canto si può pronunciare e comprendere. In occasione di un concerto, non molto tempo fa, il Papa affermò: questi suoni "mi hanno fatto dimenticare il quotidiano e mi hanno trasportato nel mondo della musica che per Beethoven significava "una rivelazione più alta di ogni sapienza e filosofia". La musica, di fatto, ha la capacità di rimandare, al di là di se stessa, al Creatore di ogni armonia, suscitando in noi risonanze che sono come un sintonizzarsi con la bellezza e la verità di Dio - con quella realtà che nessuna sapienza umana e nessuna filosofia possono mai esprimere". Si tratta di comprendere come si intrecciano gli elementi di cui sopra.
Il criterio fondamentale della musica liturgica non è il gusto personale. Nemmeno lo è il quanto possa una data musica contribuire a facilitare la preghiera. Il paragone, sebbene non diretto, è chiaro: le letture della messa non debbono esser sostituite da nessun libro di spiritualità, per quanto esso inviti alla preghiera. La preghiera con il libro di spiritualità avrà il suo contesto, come ciascuna musica ha il proprio. Il criterio si trova nella dinamica dell'incarnazione del Verbo.
Si tratta di un movimento in due fasi: Il Figlio di Dio si è incarnato. Il Verbo, la Parola, si è materializzato. Così si è avvicinato fino alla nostra realtà, fino ai nostri sensi. Così ha inaugurato l'essere uomo in Dio. Lungo questa linea scorre la realtà dei sacramenti.
La morte, la resurrezione e l'ascensione al cielo di Cristo possono esser considerate come una successiva spiritualizzazione. Andare incontro al Cristo risorto nella liturgia è una spiritualizzazione. Questo però deve essere ben compreso, perché Cristo non ha abbandonato il corpo. Perciò si tratta di una spiritualizzazione della carne. Nella nostra realtà corporale, il Verbo ci purifica, ci assume e ci fa figli di Dio: ci rende conformi al Lògos.
Questo doppio movimento si ha nella musica liturgica. Da una parte, i sacramenti verrebbero a trovarsi senza un luogo loro proprio se non si compiono in una liturgia che segue l'espansione del Verbo in una dimensione corporea e nell'ambito dei nostri sensi. Da ciò deriva la necessità di giungere alle sfere più profonde del comprendere e del rispondere, che si aprono nella musica. Il Verbo, la Parola si fa musica della fede quale incarnazione. Il legno e metallo si fanno suonare: materiali che, senza coscienza né libertà, vengono usati per produrre un suono ordinato, ricco di significato. È qui che - afferma il Papa - si deve scoprire il canto che riposa nel fondo delle cose, e tradurlo in musica della fede.
Inoltre, tale farsi musica della fede è già, in se stesso, la seconda parte del movimento, la spiritualizzazione della carne. Il Papa lo spiega in termini di integrazione. La musica adeguata deve integrare i sensi nell'intimità dello spirito. Per di più, tale integrazione non avviene nell'uomo stesso, se non nel movimento che lo innalza ulteriormente verso l'intimità del Verbo. Si giunge, in fine, a scoprire quale sia il luogo e il ruolo della musica liturgica.
"Rende libera la via ingombra verso il cuore, verso l'intimo del nostro essere, là dove questo viene a contatto diretto con l'essere del Creatore e del Redentore. Ovunque ciò si verifica, la musica diventa la strada che conduce a Gesù; la via per la quale Dio mostra la sua salvezza".
Nel contesto sacramentale, la musica è un codice che supera le parole e la pura razionalità. La musica liturgica apre a una maggiore intimità con Dio, amplia il vocabolario nell'unione con il sacrificio di Cristo. Con essa, il cuore dell'uomo si rende maggiormente capace di nutrirsi dei sentimenti del Cuore di Cristo, e portando con sé la creazione, si lascia introdurre nel dialogo della Trinità. Cosa c'è di meglio che il bello per parlare della bellezza dell'amore di Cristo in Croce? Chi meglio dello Spirito Santo, è in grado di conformare il bello, in modo che parli veramente di Cristo?
La liturgia non è un happening di buona fattura. La liturgia è una festa, perché la redenzione compiuta da Cristo ha dato una reale risposta alla morte. Capito questo, e che non si tratta di risolverla sulla base di un'abile psicologia o di volenterosi dilettanti, ciò che importa è il Mistero, soprattutto l'azione di Dio e la conseguente risposta l'uomo; solo allora si può parlare di conclusioni pratiche.
La musica liturgica deve servire a un messaggio che si realizza nel dialogo intimo - proprio della liturgia - che, in presenza della grazia, si realizza tra Dio e l'uomo. Se la liturgia terrena si realizza in unione con quella celeste, la musica stessa deve adeguarsi alle circostanze. La liturgia non si fa, ma si accoglie; lo stesso per la musica. In quanto festa, la liturgia si veste di splendore e richiede il potere trasfigurante dell'arte. Inoltre, il vero luogo di nascita dell'arte è la liturgia. Quando l'arte viene sottoposta alle leggi del mercato - come avviene con la musica pop - viene annullata in quanto arte.
È chiaro, quindi, che non tutta la musica è adatta. Una musica che si propone come liturgica deve esser purificata, come il cuore dell'uomo. La musica adatta deve essere docile e riportare l'uomo al contatto con Cristo, alla sua integrazione verso l'alto. Il salmo afferma psallite sapienter. Talvolta si traduce in cantare bene. Però allora: che cosa significa questo riferimento alla saggezza (sapienter) nel canto? Il Papa lo spiega con l'affinità che esiste tra saggezza e musica. In ambedue l'uomo si coinvolge interamente, con tutte le dimensioni del suo essere. Dio ci interpella nella totalità del nostro essere, e l'espressione musicale fa parte della autentica risposta umana. Così, spiega il Papa, il cantar bene è entrato nella coscienza della Chiesa, quale esigenza a livello artistico, per adorare Dio. Le modalità espressive offerte dalla musica sono necessarie per la nostra risposta.
Da ciò il compito: com'è possibile giungere a una musica liturgica adeguata? Un esempio elementare: se una cultura non consente di presentarsi in società con un abbigliamento inadatto, tanto meno permetterà che il sacerdote salga a celebrare la messa con una patacca sul camice. Su questo non c'è dubbio. E, tanto più, la musica, che è liturgia, perché dovrebbe essere ammessa se è difettosa? Un atteggiamento simile non equivale a ridurre a priori le possibilità che Dio offre per unirsi a Lui, proprio nella convergenza tra la corrispondenza la grazia?
La traduzione in termini più immediati è multipla e merita un discorso a parte. Si può però portare qualche esempio. Supponiamo conosciuto il Magistero sulla musica liturgica e teniamo conto dei precedenti argomenti teologici. Che dire del compositore e dell'ascoltatore? Il compositore di musica liturgica deve essere in grado di assumere la responsabilità dell'ineffabile che la musica può contenere. Le grandi composizioni liturgiche sono una esegesi del Mistero rivelato.
Il punto di riferimento proposto da Ratzinger è la costruzione del Tempio in Israele: Dio comunicò a Mosè la forma che esso doveva avere e gli artisti lavorarono per riprodurre la volontà divina. La creatività è partecipazione alla creatività di Dio. L'implicazione è duplice. Da una parte, il compositore deve porsi in condizioni di sentire le indicazioni di Dio. Perciò conta su un aiuto insostituibile: la musica sacra nasce come un dono dello Spirito Santo. In secondo luogo, il compositore deve essere esperto. Senza professionalità non è possibile ascoltare fedelmente messaggio, e tanto meno trasmetterlo.
Per quanto si riferisce all'ascoltatore, è facile comprendere la grandezza del tesoro che la musica liturgica offre e, pertanto, come deve essere accolta e anche come deve intendersi la partecipazione attiva alla liturgia dal punto di vista della musica.
Musica liturgica non significa musica tediosa o semplicemente brutta. Musica liturgica non può significare musica banale o canzoni da falò. Tanto meno può significare musica propria di circoli esclusivi di eruditi. Oggi mancano modelli. Il Papa ha proposto delle vie per provare a incontrarli. Attualmente si sta lavorando. Sono necessari un po' di pazienza, un po' di fiducia, e molta preghiera.



(©L'Osservatore Romano 8 dicembre 2011)