Tuesday, March 19, 2024
Sunday, March 10, 2024
Saturday, March 09, 2024
«I disertori della croce»
Monday, March 04, 2024
Kanji and romaji
My Chinese friend asked me a question:
As we all know, there are 7 days in a week, when you need to express the eighth day, how do you say it in English?
This stumps me. There is no such word in English. I can only say "Monday next week", or "the day after Sunday".
But the Chinese can create a new word "星期八" at will, and other Chinese people don't need to learn anything. The Chinese people can immediately understand what he means.
Another Chinese teacher asked me a question:
If you went back to England hundreds of years ago and asked Queen Anne: "What are trains, wires, televisions, refrigerators, telegraphs?"
Queen Anne will know nothing.
But if you go back 2000 years ago and ask Qin Shihuang the same question.
Qin Shihuang will tell you: Yes, I know the general meaning.
train: a vehicle powered by fire
Wire: A rope that can spread lightning
Television: A machine that displays shadows by means of lightning
Freezer: a box full of ice
Telegram: Reports sent by lightning
Since it was finalized 2000 years ago, the number of commonly used Chinese characters has dropped from 50,000 to 7,000, but its meaning has expanded countless times with the development of human science and technology.All professional words, including words that have not yet appeared in the future, can be expressed using these 7,000 Chinese characters.People can understand the meaning of these future words without detailed study.
But the number of English words has expanded to 1 million in the past 300 years, 98% of which are professional words that ordinary people cannot master. Basically, every time humans discover new knowledge and items, English needs to create a new word. Moreover, people who have not studied cannot understand it.
Chinese characters:This is a magical text whose underlying architecture can be infinitely expanded without incurring too much learning cost.
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Sunday, March 03, 2024
「幸福に関する言葉。年次公開講座」
Friday, March 01, 2024
Sunday, February 25, 2024
E. Durand, "Le Emozioni di Dio. Tracce di un profondo coinvolgimento" | La Civiltà Cattolica
https://www.laciviltacattolica.it/recensione/le-emozioni-di-dio-tracce-di-un-profondo-coinvolgimento/
Che fare delle emozioni del Dio biblico?». È la domanda che dà il titolo all'Introduzione del nuovo lavoro del teologo domenicano Emmanuel Durand, docente dell'Università di Friburgo, in Svizzera.
Attorno al perno delle emozioni divine si svolge l'intera indagine dell'A., il quale, attraverso un itinerario di ricerca complesso, sintetico e ben strutturato, realizza un'impegnativa e feconda ricerca, capace di coinvolgere vari ambiti del sapere, al fine di esplorare un'ipotesi affascinante: «Le emozioni divine sono i segnali di un impegno totale di Dio […] nei confronti delle sue creature» (p. 30).
Il primo capitolo circoscrive gli affetti umani mediante un percorso antropologico che, passando per sant'Agostino, san Tommaso, René Descartes, David Hume e Jean-Paul Sartre, indaga il significato delle passioni ed emozioni umane, comprendendole come il segno di un impegno dell'uomo con la realtà dell'altro e delle cose, e facendo di tale concezione la base per un discernimento delle emozioni divine. Ed è così che lo sguardo si posa sul mistero di Dio.
Le argomentazioni successive, infatti, prendono avvio da una domanda apparentemente semplice, che dà il titolo al secondo capitolo: «Dio prova la passione dell'amore?». Ancora una volta, l'indagine si presenta vasta e complessa, ma Durand la conduce abilmente, servendosi dell'espediente del «dibattito a distanza tra lo Pseudo-Dionigi e il profeta Osea» (p. 59), per mostrare come la concezione biblica dell'amore divino abbia un sapore diverso rispetto a quella dell'eros elaborata dall'Areopagita.
Tali impegnative premesse conducono l'A. a elaborare un nuovo capitolo dedicato all'analisi delle passioni convenienti e sconvenienti, attribuite a Dio dagli autori sacri. Interlocutore privilegiato è Tommaso d'Aquino. Le acute distinzioni dell'Aquinate permettono di individuare due tipi di costruzioni metaforiche capaci di dare ragione di quelle passioni sconvenienti che la Scrittura attribuisce a Dio. Tuttavia Durand non si ferma alle considerazioni di san Tommaso: osa fare un passo ulteriore, indagando la possibilità di una speranza in Dio, intesa non come virtù, bensì come passione.
La quarta parte è dedicata interamente a «L'ira di Dio, ripensata come intreccio». Ancora una volta attingendo a insegnamenti autorevoli del passato ed elaborando una sua personale lettura della questione, l'A. afferma che, in definitiva, le frequenti affermazioni relative alla collera e al pentimento divino rivelano l'incompatibilità di Dio con il male e la modalità con cui Egli agisce in favore delle sue creature.
Il quinto capitolo è dedicato alla tristezza divina, attestata più volte dalla Bibbia, e sulla quale l'A. riflette anche attraverso un interessante confronto tra la lex orandi della liturgia del Venerdì Santo e la lex credendi dell'immutabilità divina, per concludere che «la tristezza di Dio verte sullo sfiguramento delle sue creature e che una siffatta tristezza ha un volto umano» (p. 30).
Così è aperta la strada che conduce all'ultima parte dello studio, propriamente cristologica, perché il Figlio di Dio, facendosi uomo, fa sì che le emozioni umane siano assunte da Dio stesso. In particolare, Durand fa notare che, nel caso di Cristo, le emozioni presentano tratti singolari, che risaltano persino più degli elementi condivisi con quelli degli altri uomini. Le sue emozioni, infatti, rivelano, in modo unico, il profondo coinvolgimento divino nelle questioni umane.
Al termine di questo articolato itinerario, con una sintesi efficace, l'A. può dimostrare la validità della sua ipotesi di lavoro espressa all'inizio, offrendo ai teologi la possibilità di ricomprendere le emozioni divine come un'indicazione dell'amore di Dio verso l'uomo, la sua risposta alle nostre scelte, all'accoglienza o al rifiuto di Lui. Non a caso, l'enfasi cade sul rapporto di alleanza che Dio stringe con l'umanità, attendendo da ciascun uomo una risposta libera e consapevole, per poter realizzare il Suo disegno. In altri termini, il Suo profondo coinvolgimento, pienamente rivelato e vissuto dall'Uomo-Dio, indica che Egli interpella con amore il singolo. Infatti, se Dio fosse indifferente verso di noi, non proverebbe né gioia né collera né tristezza. Dunque, «le emozioni di Dio sono le tracce di un'alleanza in corso di dispiegamento, in cui le nostre risposte hanno una grande importanza, poiché Dio prova una semplice passione d'amore» (p. 226).