Friday, September 30, 2022

Speculazione e abnegazione



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Friday, September 23, 2022

Carmelo Boesso

Sono sempre restio a scrivere qualcosa di me, della mia vita…Non perché non ci sia niente da dire o sia deluso della mia esperienza missionaria saveriana. Al contrario, sono contento, felice della mia consacrazione, del mio sacerdozio, della mia missione, direi ogni giorno di più. E ti assicuro che non è una frase di circostanza, ma esperienza quotidiana di unione con Cristo che mi dà pace, forza, allegria qualunque cosa succeda..." (lettera a p. Giovanni Montesi, in occasione dei 25 anni di sacerdozio missionario. Guadalajara, Jalisco, Messico 17.09.1991).


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Saturday, September 03, 2022

Inflazione, retorica, inbonimento, dispute territorili e altre amenita'

Anormale aumento quantitativo accompagnato da un corrispondente deprezzamento qualitativo; incremento eccessivo, sproporzionato al reale bisogno


imbonitóre s. m. (f. -trice) [der. di imbonire]. – Venditore ambulante che con frasi d’effetto e decantando i pregi della propria merce cerca di attirare il pubblico e convincerlo a fare acquisti; anche lo strillone che, all’ingresso di locali di spettacolo, di baracche da fiera, ecc., alletta la gente ad entrare. Per estens., chi esalta le qualità inesistenti di qualche cosa o fa uso di parole sonanti per dare a intendere cose lontane dal vero.


euroretorica (euro-retorica), s. f. Slancio eccessivo e ridondante nei confronti delle questioni europee. 


movimento culturale greco-romano del periodo dal 1° al 4° sec. d. C., fondato sul preminente interesse per la retorica intesa come patrimonio di verità morali. 2. Con valore negativo e polemico (già acquisito in Grecia con la critica di Platone e Aristotele alla prima sofistica), teoria o modo di ragionare fondati su sofismi, capziosi e ingannevoli


politicamente corretto


La tesi che qui vorrei proporre e' che un uso sproporzionato della parola corrisponde (secondo una non debole analogia) a quello che nella virtu' di castita' viene chiamato "incontinenza".


1. In genere, incapacità di trattenersi, di moderarsi nei proprî atti, di astenersi da cose illecite o eccessive: i. nei desiderî, nelle parole, nei discorsi. In partic., il non saper tenere la giusta misura nella soddisfazione dei bisogni naturali, la tendenza a soddisfa

re i proprî disordinati appetiti, per l’incapacità di sottomettere gli istinti al controllo della ragione; peccati d’i., soprattutto quelli contro la castità e, in senso più ampio, la gola, l’avarizia, l’ira (che nell’Inferno dantesco sono puniti nei cerchi 2°, 3°, 4° e 5°). 2. In medicina, i. sfinterica, o semplicem. incontinenza, la patologica deficienza, negli sfinteri, della funzione di regolare e controllare il transito del contenuto di organi cavi; di particolare importanza quella degli sfinteri del retto (i. ano-rettale) e della vescica (i. vescicale), il cui svuotamento non è più controllato dalla volontà; i. notturna, sinon. di enuresi.


malìzia s. f. [dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»]. – 1. a. Tendenza, inclinazione a commettere il male consapevolmente: la m. del demonio; l’intenzione stessa, la volontà di fare il male, di recare danno: agire con malizia. In Dante (Inf. XI, 22-24) la parola è usata in senso ampio per indicare ogni agire volontario e cosciente in danno altrui sia per mezzo di violenza sia per mezzo di frode (contrapposto dunque alla sola incontinenza): D’ogne m., ch’odio in cielo acquista, Ingiuria è ’l fine, ed ogne fin cotale O con forza o con frode altrui contrista; ma nello stesso canto (XI, 82-83) è poi ristretta a indicare la colpa dei fraudolenti, e contrapposta non solo all’incontinenza ma anche alla «matta bestialità», cioè alla violenza: Incontinenza, m. e la matta Bestialitade. b. La conoscenza del male, furbesca e quasi compiaciuta di sé (il contr. di ingenuità, semplicità): è ancora un ragazzone senza m.; non sa che cosa sia la m.; insegnare la m. a qualcuno, smaliziarlo; e quindi la capacità di intuire il male dissimulato, o di alludervi in discorsi all’apparenza innocenti, o il compiacimento di vedere il male anche dove non c’è; anche con riferimento alla sfera erotica o sessuale: ho parlato senza m.; allusioni piene di m.; giudicava con m. quelle premure innocenti. In senso ancor più generico, furberia, astuzia: sur un certo fondo di goffaggine, dipintogli in viso dalla natura, ... balenò un raggio di m., che vi faceva un bellissimo vedere (Manzoni). 2. Con valore concr.: a. Azione astuta, sottile accorgimento per raggiungere un fine più o meno lecito: ricorrere a una m.; per entrare di nascosto, pensò questa sottile malizia. b. estens. La conoscenza che ciascuno ha dei segreti della sua arte; gli utili espedienti che sono il frutto di una lunga pratica: le m. dei fotografi per ottenere certi effetti di luce; lo scrittore d’istinto sdegna le solite m. del mestiere; essere esperto di tutte le m. del gioco. 3. ant. Condizione di malattia, di infezione, di corruzione: Quando fu l’aere sì pien di malizia, Che li animali ... Cascaron tutti (Dante). ◆ Dim. maliziétta; dim. o spreg. maliziùccia; pegg. maliziàccia.


Turf wars Dispute territoriali

 

Thursday, September 01, 2022

Eulabeia

Dal greco antico impariamo questa parola, tradotta con "pietà" (in Ebrei 5, 7 con: "pieno abbandono"). Viene da eu-, che significa "bene", e "lambano", che significa "prendere, afferrare, ricevere".

Che bella espressione!
I nostri antichi sapienti ci hanno trasferito la consapevolezza che abbiamo sempre l'opzione di PRENDERE BENE o di PRENDERE MALE la nostra vita.
Non importa allora se quello che abbiamo davanti è un dovere faticoso da affrontare o un piacevole momento da gustare con leggerezza: abbiamo sempre la possibilità di prendere male o di prendere bene ciò che ci è "dato" da vivere. Abbiamo sempre la possibilità di aprire o chiudere il cuore, di prendere bene ogni cosa o di prender male ogni cosa! Anche i miei figli o i miei genitori, il mio lavoro, il mio stato di salute, i colleghi, la città…

Oggi voglio prendere bene la giornata che ho davanti, le persone che incontrerò, i compiti che dovrò svolgere, i fastidi che dovrò sopportare, ma anche le gioie e i piaceri che avrò da gustare…
Oggi voglio prendere bene tutta la mia vita, cominciando proprio da questo QUI e ORA in cui mi trovo.

Certo che, nel momento in cui benedico ciò che vivo, "prendendolo bene", mi lascio raggiungere da quella Benedizione che "afferrandomi saldamente (bene) nel bene" si mostra come il Bene stesso al fondo/origine del mio essere.

E' così che la mia "pietà" permette a Dio di "esaudire" il mio desiderio di bene!

Già qui e ora.



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Ingannevole come l'amore » EULABEIA

https://www.ingannevolecomelamore.it/eulabeia/


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