Friday, August 26, 2005

Bonta' delle leggi o bonta' degli uomini

«Sono molti coloro che parlano di Dio; nel nome di Dio si predica anche l’odio e la violenza. Perciò è importante scoprire il suo vero volto». Nella foga di sbarrare la strada al pensiero serio della religione, accade persino che una certa cultura - sedicente avanzata - si vanti ancora di sciocche alternative come questa: «nei Paesi di tradizione liberale non si conta sulla bontà degli uomini, ma delle regole». E questo viene impudicamente detto proprio quando la riflessione sociologica più avvertita indica, quale risorsa civile decisiva, le potenzialità del "capitale sociale": ossia quell’umano disponibile che sta fra le maglie della legge, e pur sempre dalla parte della legalità, in termini di fiducia, rispetto, cooperazione, amicizia, scambio donativo, condivisione antiutilitaristica e legame di prossimità. Diritto fraterno, insomma, che è eredità evangelica.
La buona legge è necessaria, anzi indispensabile. Ma il positivismo dei diritti subisce la prevaricazione del più forte. E il formalismo della legge è un colabrodo. Persino la religione si corrompe per questa via, figurarsi il resto. La legge, da sola, non salva niente e nessuno.

P. Sequeri, Avvenire,

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