Monday, November 14, 2005

Neotomismo e Suarezismo

Neotomismo e Suarezismo
Convegno in onore di Cornelio Fabro
Il giorno 7 novembre appena trascorso ha avuto luogo la Giornata di Studio su Neotomismo e Suarezismo in occasione della presentazione del Volume 4 delle Opere Complete http://www.corneliofabro.org/default.asp
i relatori affrontarono i problemi prettamente speculativi che stanno alla base del suddetto libro: «Francisco Suárez e Tommaso d’Aquino» a cura di P. Leopoldo Prieto, LC indicando nel pensiero di Suárez alcune delle radici della filosofia moderna; e la relazione di fondo sul tema centrale della metafisica «La distinzione reale di essentia et esse secondo C. Fabro» novità di San Tommaso, ripristinata dal Nostro, a cura del prof. Carmelo Pandolfi.
Con il titolo «Neotomismo e Suarezismo» la «Divus Thomas» di Piacenza pubblicava nell’anno 1941, una piccola opera di Cornelio Fabro riguardante una puntuale questione di esegesi del testo tomistico.
F. metteva a confronto i principî opposti del Tomismo e del Suarezismo (al dire di Fabro: «una delle forme più vistose dell’Antitomismo contemporaneo»). Il testo poi è stato incluso nel volume «Esegesi Tomistica», edito a Roma dalla Pontificia Università Lateranense nel 1969 (137-278), con alcune correzioni.
Ciò che diede avvio alla controversia fu l’articolo di P. Desqocs: «Sur la division de l’être en acte et en puissance selon S. Thomas» (Revue de Philosophie, 38 [1938] 410-429), nel quale si metteva in dubbio che la divisione dell’ente in atto e potenza fosse la tesi prima della filosofia tomista e si discuteva il parere di alcuni tomisti che ritenevano una sua conseguenza la tesi della composizione reale di «essenza» ed «esistenza» nell’ente finito. A sua volta l’articolo di P. Desqocs contestava alcuni testi di san Tommaso che i PP. Hugon e Mattiussi apportavano per spiegare la prima delle XXIV tesi del famoso Elenchus.
In realtà, per Fabro la discussione s’incentrava non solo sull’opposizione «Tomismo» e «Suarezismo», bensì sul problema centrale della filosofia cristiana e, si può dire, di ogni filosofia: la penetrazione della struttura ultima dell’ente finito. Concretamente, il nocciolo della controversia era di vedere se veramente san Tommaso avesse difeso o meno, una distinzione di composizione reale fra la essenza attuale e l’atto di essere nelle creature, come fra due principî che si trovano fra loro come potenza soggettiva e l’atto perfettivo corrispondente. Lo scopo della replica del Fabro era, dunque, di «mettere in chiaro e fuori di contestazione che (...) Tommaso d’Aquino, ha sostenuto che nelle creature la essenza o sostanza si distingue realmente dall’atto di essere che la attua, come se distinguono, in una concezione aristotelica della realtà, l’atto e la potenza rispettiva che riceve l’atto e lo sostenta» (p. 149). Ma questo non per una «pigra applicazione del binomio di atto e potenza, ma sul fondamento di appropriate discussioni, quali si convengono ad ogni problema e caso particolare» (p. 14).

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