Wednesday, May 09, 2018

Antelami Battistero Barlaam e Iosaphat

Il portale del Battista
Da questa porta un tempo entravano i catecumeni, ovvero coloro che intraprendevano il percorso di fede per essere ammessi al Sacramento del Battesimo.
Nella lunetta è narrato il racconto devozionale di origine indiana: si tratta della storia del principe indiano Josaphat, che per mano del vecchio eremita Barlaam, si converte al Cristianesimo. Al centro della scena si trova un albero, sul quale un giovane è intento a prendere del miele da un’arnia, incurante della presenza sottostante di un drago minaccioso, simbolo della morte. Due topi, intanto, stanno rosicchiando la radice dell’albero, mentre ai due lati il sole e la luna cavalcano i loro carri, allegorie del tempo che trascorre inesorabile.

Nel portale sud lo scultore antelamico ha dato immagine a una iconografia di origine probabilmente buddista, molto popolare nel medioevo. È la storia di Barlaam e di Josaphat. Il rilievo rappresenta un giovane che arrampicato su un albero sta gustando un favo di miele e non si accorge, lo sventurato, che due roditori e un drago stanno consumando il tronco alla base. Intanto, a simboleggiare lo scorrere del tempo, le figure allegoriche del Sole e della Luna attraversano il firmamento sui loro carri celesti. Il tutto è trasparente metafora della vita che il Male insidia e che, nel veloce precipitare dei giorni, può finire all'improvviso, proprio quando ci sembra più dolce.
Si tratta del quarto apologo narrato da Barlaam al giovane discepolo Iosaphat, per insegnare la vanita' dell'esistenza.  Probabilmente la prima raffigurazione in occidente. Diversamente dalle altre lunette qui non c'e' nessuna scritta, probabilmente per distinguerlo come episodio non biblico.


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