Anormale aumento quantitativo accompagnato da un corrispondente deprezzamento qualitativo; incremento eccessivo, sproporzionato al reale bisogno
imbonitóre s. m. (f. -trice) [der. di imbonire]. – Venditore ambulante che con frasi d’effetto e decantando i pregi della propria merce cerca di attirare il pubblico e convincerlo a fare acquisti; anche lo strillone che, all’ingresso di locali di spettacolo, di baracche da fiera, ecc., alletta la gente ad entrare. Per estens., chi esalta le qualità inesistenti di qualche cosa o fa uso di parole sonanti per dare a intendere cose lontane dal vero.
euroretorica (euro-retorica), s. f. Slancio eccessivo e ridondante nei confronti delle questioni europee.
movimento culturale greco-romano del periodo dal 1° al 4° sec. d. C., fondato sul preminente interesse per la retorica intesa come patrimonio di verità morali. 2. Con valore negativo e polemico (già acquisito in Grecia con la critica di Platone e Aristotele alla prima sofistica), teoria o modo di ragionare fondati su sofismi, capziosi e ingannevoli
politicamente corretto
La tesi che qui vorrei proporre e' che un uso sproporzionato della parola corrisponde (secondo una non debole analogia) a quello che nella virtu' di castita' viene chiamato "incontinenza".
1. In genere, incapacità di trattenersi, di moderarsi nei proprî atti, di astenersi da cose illecite o eccessive: i. nei desiderî, nelle parole, nei discorsi. In partic., il non saper tenere la giusta misura nella soddisfazione dei bisogni naturali, la tendenza a soddisfa
re i proprî disordinati appetiti, per l’incapacità di sottomettere gli istinti al controllo della ragione; peccati d’i., soprattutto quelli contro la castità e, in senso più ampio, la gola, l’avarizia, l’ira (che nell’Inferno dantesco sono puniti nei cerchi 2°, 3°, 4° e 5°). 2. In medicina, i. sfinterica, o semplicem. incontinenza, la patologica deficienza, negli sfinteri, della funzione di regolare e controllare il transito del contenuto di organi cavi; di particolare importanza quella degli sfinteri del retto (i. ano-rettale) e della vescica (i. vescicale), il cui svuotamento non è più controllato dalla volontà; i. notturna, sinon. di enuresi.
malìzia s. f. [dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»]. – 1. a. Tendenza, inclinazione a commettere il male consapevolmente: la m. del demonio; l’intenzione stessa, la volontà di fare il male, di recare danno: agire con malizia. In Dante (Inf. XI, 22-24) la parola è usata in senso ampio per indicare ogni agire volontario e cosciente in danno altrui sia per mezzo di violenza sia per mezzo di frode (contrapposto dunque alla sola incontinenza): D’ogne m., ch’odio in cielo acquista, Ingiuria è ’l fine, ed ogne fin cotale O con forza o con frode altrui contrista; ma nello stesso canto (XI, 82-83) è poi ristretta a indicare la colpa dei fraudolenti, e contrapposta non solo all’incontinenza ma anche alla «matta bestialità», cioè alla violenza: Incontinenza, m. e la matta Bestialitade. b. La conoscenza del male, furbesca e quasi compiaciuta di sé (il contr. di ingenuità, semplicità): è ancora un ragazzone senza m.; non sa che cosa sia la m.; insegnare la m. a qualcuno, smaliziarlo; e quindi la capacità di intuire il male dissimulato, o di alludervi in discorsi all’apparenza innocenti, o il compiacimento di vedere il male anche dove non c’è; anche con riferimento alla sfera erotica o sessuale: ho parlato senza m.; allusioni piene di m.; giudicava con m. quelle premure innocenti. In senso ancor più generico, furberia, astuzia: sur un certo fondo di goffaggine, dipintogli in viso dalla natura, ... balenò un raggio di m., che vi faceva un bellissimo vedere (Manzoni). 2. Con valore concr.: a. Azione astuta, sottile accorgimento per raggiungere un fine più o meno lecito: ricorrere a una m.; per entrare di nascosto, pensò questa sottile malizia. b. estens. La conoscenza che ciascuno ha dei segreti della sua arte; gli utili espedienti che sono il frutto di una lunga pratica: le m. dei fotografi per ottenere certi effetti di luce; lo scrittore d’istinto sdegna le solite m. del mestiere; essere esperto di tutte le m. del gioco. 3. ant. Condizione di malattia, di infezione, di corruzione: Quando fu l’aere sì pien di malizia, Che li animali ... Cascaron tutti (Dante). ◆ Dim. maliziétta; dim. o spreg. maliziùccia; pegg. maliziàccia.
Turf wars Dispute territoriali
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