Wednesday, July 02, 2025

(87) AI Review - Academia.edu

https://www.academia.edu/ai_review/106256663

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Homo Liturgicus: On the Necessity of Liturgy for Men - Homiletic & Pastoral Review

https://www.hprweb.com/2025/06/homo-liturgicus-on-the-necessity-of-liturgy-for-men/

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Thursday, June 05, 2025

(明日へのLesson)第1週:ブック やっかいな思想家の「理想」 『社会契約論』

(明日へのLesson)第1週:ブック やっかいな思想家の「理想」 『社会契約論』
https://www.asahi.com/articles/DA3S16228999.html

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Pelagianism

Quoting St. Augustine, the Augustinian Pontiff also warned against Pelagianism, without mentioning the ancient heresy by name:

Faith is primarily a response to God's love, and the greatest mistake we can make as Christians is, in the words of Saint Augustine, "to claim that Christ's grace consists in his example and not in the gift of his person" (Contra Iulianum opus imperfectum, II, 146). How often, even in the not too distant past, have we forgotten this truth and presented Christian life mostly as a set of rules to be kept, replacing the marvelous experience of encountering Jesus—God who gives himself to us—with a moralistic, burdensome and unappealing religion that, in some ways, is impossible to live in concrete daily life.

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Tuesday, June 03, 2025

Ecco una breve omelia sui testi che hai indicato (At 20,28-38; Sal…

Ecco una breve omelia sui testi che hai indicato (At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11-19):


Omelia

Cari fratelli e sorelle,

oggi la Parola di Dio ci mette davanti due immagini fortissime: da una parte quella di San Paolo che affida la comunità di Efeso a Dio, con parole cariche di amore e di responsabilità; dall'altra, quella di Gesù che prega il Padre per i suoi discepoli, perché siano custoditi nel suo Nome e consacrati nella verità.

Nel libro degli Atti, Paolo parla con il cuore in mano: sa che sta per andarsene, forse per sempre. E cosa fa? Non lascia un piano di gestione, né distribuisce ruoli amministrativi. Affida tutto a Dio e alla parola della sua grazia. È questa la vera forza che edifica la Chiesa: non l'organizzazione, ma la fedeltà alla Parola, il legame vivo con Dio. Paolo mette in guardia contro i "lupi rapaci" e contro la tentazione più subdola: quella di usare la fede per attirare discepoli a sé, anziché condurli a Cristo. In questo, l'umiltà dell'Apostolo è esemplare: ha lavorato con le proprie mani, non ha cercato vantaggi, ma ha testimoniato che «si è più beati nel dare che nel ricevere».

Il Vangelo di Giovanni ci mostra invece Gesù in preghiera: è un momento intimo, profondo. Gesù non ci toglie dal mondo — perché il mondo, pur con le sue sfide, è il luogo della missione — ma chiede che siamo custoditi e consacrati nella verità. Il discepolo è colui che vive nel mondo senza appartenere al mondo. È mandato come Gesù è stato mandato: non per condannare, ma per portare luce, verità, unità.

Ecco allora il filo rosso che unisce questi testi: custodire e consacrare. Paolo ha custodito il gregge, ora lo affida a Dio. Gesù ha custodito i suoi, ora li affida al Padre. Noi siamo continuamente nelle mani di Dio, eppure siamo anche chiamati a vegliare, ad ammonire, a edificare. Non da soli, ma con la forza che viene da Dio.

Il Salmo lo canta con entusiasmo: "Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo". È questa la nostra eredità, la nostra gioia: essere un popolo custodito, mandato e unito nella verità.

Che questa Parola oggi ci rafforzi nella vigilanza, nell'unità e nel dono gratuito di noi stessi.

Amen.


Se desideri un'estensione, uno stile più colloquiale o più solenne (ad esempio liturgico o catechetico), posso adattarlo.

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Saturday, May 31, 2025

La scelta consumata con la svolta costantiniana (veicolata dalla problematica…

La scelta consumata con la svolta costantiniana (veicolata dalla problematica teologia politica eusebiana) $ fu quella di abbracciare la «forma chiesa» scartando quella di «setta»: includere il maggior numero di fedeli (anche gli impuri, i lapsi, i deboli, mettendo fuori legge dogmatica, come eresia, il modello donatista di espulsione dei 'non resistenti: coloro che durante le persecuzioni avevano abiurato per evitare il martirio), accogliendo anche i meno religiosamente qualificati, gli eticamente squalificati, i culturalmente non attrezzati, attivando canali e modelli di appartenenza oggettivamente istituzionalizzata, compensativa dei deficit motivazionali, spirituali e riflessivi soggettivi, graduando forme differenziate di partecipazione e riconciliandosi con la società di accoglienza, avviando una grandiosa opera di mediazione istituzionale e culturale con essa, configurata in una sistematica integrazione giuridica, amministrativa, economica, politi-
ca, educativa, assiologica.
Nel contesto storico della tarda antichità pagana, questa scelta passava per l'assimilazione alla romanità con il suo formidabile impianto giuridico e l'incorporazione nella forma politica della sovranità imperiale: era l'inaugurazione della cristianità, che nella teologia eusebiana dell'analogia tra

monarchia divina e terrena trovava il proprio modulo teologico-politico di partenza, subdolamente antibiblico, ideologicamente funzionale a un progetto storico-politico particolare.
Fu uno spaventoso errore religioso? Fu il tradimento idolatrico dello Spirito in nome del governo della terra incarnato dalla figura mitologica
Grande Inquisitore? O fu una scelta rispondente alla vocazione universalista dell'annuncio cristiano, implementata al prezzo altissimo di una simbiosi politico-sociale modellata da una normatività non evangelica (quan-do non radicalmente antievangelica), giustificata con dispositivi teologici strategicamente riaggiustati all'evolversi storico, ma premiata nel lungo termine dalla potenza civilizzatrice e umanizzante di questa stessa Parola, capace di trasformare progressivamente le strutture politiche e sociali delle società cristiane, promuovendo in esse un riconoscimento crescente della dignità della persona, dei diritti universali dell'uomo, della libertà, della solidarietà?

La sconfessione contemporanea dell'ideologia costantiniana di assimila zione della sovranità terrena e di quella divina e di tutta la tradizione s cessiva di aggregazione tra assetto politico-giuridico ed ecclesiale, la lic dazione non solo oggettiva, ma critico-riflessiva da parte dei credenti d forma di civiltà incarnata dalla cristianità, potrebbe allora coniugarsi il riconoscimento del valore della scelta ecclesiale, cattolica, e non sett esemplarmente veicolata dagli eventi di Nicea, che fa del corso succes della storia del cristianesimo non una lineare deviazione dalla santità d origini, ma un accidentato e faticoso percorso di Grazia e di peccato, in la Chiesa non è venuta meno alla sua missione di essere segno e strume anche storico e non solo escatologico, di salvezza per tutta l'umanità, per tutta la società.

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