Monday, October 15, 2012

Chiesa costantiniana


In un suo libretto del 1965, "La preghiera problema politico", Daniélou rimprovera agli anticostantiniani di volere una Chiesa "pura", simile a "una confraternita degli iniziati", e con ciò di perdere proprio quei "poveri" che a loro starebbero tanto a cuore: i poveri "nel senso dell'immensa marea umana", fatta anche di "quei numerosi battezzati per i quali il cristianesimo non è altro che una pratica esteriore".



Per Daniélou la Chiesa non dev'essere "svincolata dalla civiltà in cui si teme possa compromettersi". Al contrario, è essenziale che "si impegni nella civiltà, perché un popolo cristiano è impossibile in una civiltà che gli sia contraria". Di qui la difesa che egli fa di Costantino, l'imperatore romano che per primo consentì al cristianesimo di diventare una religione di massa:



"Questa estensione del cristianesimo a un immenso popolo, che rientra nella sua essenza, era stata ostacolata durante i primi secoli dal fatto che andava sviluppandosi all'interno di una società [...] ostile. L'appartenenza al cristianesimo richiedeva quindi una forza di carattere di cui la maggior parte degli uomini è incapace. La conversione di Costantino, eliminando questi ostacoli, ha reso l'Evangelo accessibile ai poveri, cioè proprio a quelli che non fanno parte delle élite, all'uomo della strada. Lungi dal falsare il cristianesimo, gli ha permesso di perfezionarsi nella sua natura di popolo".



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VIAGGIO APOSTOLICO

IN LIBANO

(14-16 SETTEMBRE 2012)



VISITA ALLA BASILICA DI St PAUL A HARISSA E

FIRMA DELL'ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE



DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI



Harissa

Venerdì, 14 settembre 2012



"È provvidenziale che questo atto abbia luogo proprio nel giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la cui celebrazione è nata in Oriente nel 335, all’indomani della dedicazione della Basilica della Resurrezione costruita sul Golgota e sul sepolcro di Nostro Signore dall’imperatore Costantino il Grande, che voi venerate come santo. Fra un mese si celebrerà il 1700.mo anniversario dell’apparizione che gli fece vedere, nella notte simbolica della sua incredulità, il monogramma di Cristo sfavillante, mentre una voce gli diceva: "In questo segno, tu vincerai!'. [...]



"L'esortazione apostolica 'Ecclesia in Medio Oriente' vuole tracciare una via per ritrovare l’essenziale: la 'sequela Christi', in un contesto difficile e talvolta doloroso, un contesto che potrebbe far nascere la tentazione di ignorare o dimenticare la croce gloriosa. È proprio adesso che bisogna celebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del perdono sulla vendetta, del servizio sul dominio, dell’umiltà sull’orgoglio, dell’unità sulla divisione. [...] Questo è il linguaggio della croce gloriosa! Questa è la follia della croce: quella di saper convertire le nostre sofferenze in grido d’amore verso Dio e di misericordia verso il prossimo; quella di saper anche trasformare degli esseri attaccati e feriti nella loro fede e nella loro identità, in vasi d’argilla pronti ad essere colmati dall’abbondanza dei doni divini più preziosi dell’oro (2 Cor 4, 7-18). Non si tratta di un linguaggio puramente allegorico, ma di un appello pressante a porre degli atti concreti che configurano sempre più a Cristo, atti che aiutano le diverse Chiese a riflettere la bellezza della prima comunità dei credenti (At 2, 41-47); atti simili a quelli dell’imperatore Costantino che ha saputo testimoniare e far uscire i cristiani dalla discriminazione per permettere loro di vivere apertamente e liberamente la loro fede nel Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza di tutti".



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