Sunday, January 07, 2018

Disincantamento del mondo

"L'uomo moderno non porta piu' gli occhiali iridescenti che la fede cristiana offriva all'uomo osservatore del mondo (un mondo che era stato trivato 'assai buono' da Dio, forse nella prospettiva che le sue perdite sarebbero state riequilibrate dal sacrificio della croce). L'uomo moderno scopre la parte notturna del mondo: aggressivita', volonta' di potenza, reciproco annientamento, e nella sfera della storia il tragico della cultura, il cui proseguimento secondo tutte le apparenze conduce al suo proprio annientamento. Una luce si e' spenta; il paesaggio dell'essere appare livido e ostile. Da nessuna parte si riesce a percepire la vittoria sul peccato mediante la morte sacrificale di Cristo; la fede si vede posta fuori combattimento dal sovrappeso del reale. Come il cristiano ha da lottare in maniera nuova per la possibilita' della fede, cosi' il non cristiano ha di fronte l'angosciosa domanda se egli possa accusare una qualche istanza per lo stato del mondo (Sigmund Freud riconosce che questa istanza non c'e' e che l'uomo 'oppresso' deve venire a capo di ogni cosa e di se stesso rimanendo muto), o se debba vedere nel male una pura energia di natura. Anche il cristiano finisce col dubitare che 'i cieli e la terra siano pieni della gloria di Dio' e che per un simile mondo ci sia davvero da offire soltanto lode e ringraziamento. Egli si lascia in tal modo convincere dal non cristiano che e' piu' intelligente dedicarsi unicamente a smuovere le cose e a cambiare un mondo cosi' mal riuscito"

(H. U. von Balthasar, Introduzione al dramma. Teo-drammatica vol. 1, Milano 1980, p. 49)

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