Saturday, November 09, 2013

Non tutti i cristiani sono animati dal soffio di una sana spiritualità

Non tutti i cristiani sono animati dal soffio di una sana spiritualità
Invece di cercare Dio

di ALBERTO HURTADO
Non molti si preoccupano della vita spirituale e, disgraziatamente, non tutti seguono il giusto cammino. Quanti per decine di anni, fanno meditazione e lettura senza trarne profitto! Quanti sono maggiormente preoccupati di seguire un metodo piuttosto che lo Spirito Santo! Quanti vogliono imitare alla lettera le pratiche di tale o talaltro santo! Quanti aspirano alle meraviglie, alle grazie sensibili! Quanti dimenticano che fanno parte di una umanità sof- ferente e fabbricano una religione egoista che non ricorda i fratelli! Quanti leggono e rileggono manuali o cercano ricette senza conoscere il Vangelo, senza ricordarsi di san Paolo!
D'altra parte la vita spirituale si confonde con le pratiche di pietà: lettura spirituale, preghiere, ricer- che. La vita attiva non è una prepa- razione alla vita interiore. Le preoc- cupazioni della vita ordinaria, dei propri doveri, sono messe al di fuori della preghiera: sembra indegno me- scolare Dio e tali questioni banali.
Così arrivano a forgiarsi una vita spirituale complicata e artificiale. Invece di cercare Dio nelle circo- stanze dove Egli ci ha posto, nelle necessità profonde della propria persona, nelle situazioni del proprio ambiente temporale e locale, prefe- riamo agire come uomini astratti. Dio e la vita reale non compaiono mai nello stesso campo di pensiero e di amore. Lottano per mantenere in sé un sentimentalismo affettivo di orientamento divino, per conservare con fatica lo sguardo fisso verso Dio, per sublimarsi; o piuttosto si accontentano delle formule sdolci- nate tratte dai libri di pietà. Ciò fa pensare all'affermazione di Pascal: «L'uomo non è angelo né bestia, ma colui che intende essere come un angelo e opera come una be- stia».
Ancor più grave: sacerdoti, uomi- ni di studio che trattano materie so- prannaturali, predicatori che prepa- rano le prediche del mattino non in- tendono introdurre questi argomenti nella vita di preghiera. Uomini che passano i giorni sulle miserie del prossimo per soccorrerle, separano il ricordo dei poveri mentre assistono alla messa. Apostoli schiacciati dalle responsabilità per il regno di Dio, considerano quasi una mancanza ve- dersi accompagnati dalle preoccupa- zioni e inquietudini.
Come se la nostra vita non doves- se essere orientata verso Dio, come se pensare a tutte le cose per Dio non fosse già pensare a Dio; o come se potessimo liberarci a nostro arbi- trio delle preoccupazioni che Dio stesso ci ha posto. Invece è così fa- cile, così indispensabile, elevarsi a Dio, perdersi in Lui, partendo dalla nostra miseria, dai nostri fallimenti, dai nostri grandi desideri. Perché, quindi, eliminarli invece di servirsi di essi come trampolino? Con sem- plicità, gettiamo il ponte della fede, della speranza, dell'amore tra la no- stra anima e Dio. Una spiritualità sana offre metodi spirituali. Una spiritualità sana si adegua alle individualità e rispetta le personalità. Si adatta ai caratteri, alle formazioni, alle culture, alle esperienze, agli ambienti, alle condi- zioni, alle circostanze, alla generosità. Prende ognuno così com'è, in piena vita umana, in piena tentazio- ne, in pieno lavoro, in pieno dovere.
Lo Spirito che soffia sempre, sen- za che si sappia da dove viene e do- ve va (Giovanni, 3, 8), si serve di ognuno per i suoi fini divini, rispet- tando lo sviluppo personale nella costruzione della grande opera col- lettiva della Chiesa. Tutti servono in questo cammino dell'umanità verso Dio; tutti trovano lavoro nella co- struzione della Chiesa. L'unica spi- ritualità che convince, introduce nel piano divino, secondo le proprie di- mensioni, per realizzare il progetto in obbedienza totale.
Ogni metodo troppo rigido, ogni direzione troppo definitiva, ogni so- stituzione della lettera allo spirito, ogni dimenticanza delle nostre real- tà individuali, riesce soltanto a di- minuire l'impeto del nostro cammi- no verso Dio.
Saranno metodi falsi tutti quelli imposti con uniformità, che preten- dono dirigerci verso Dio dimenti- cando i nostri fratelli; che ci fanno chiudere gli occhi sull'universo inve- ce di insegnarci ad aprirli per eleva- re tutto al Creatore; che rendono egoisti e ripiegano su noi stessi; che pretendono inquadrare la nostra vita da fuori senza penetrarvi interior- mente per trasformarla; e che dan- no, infine, all'uomo vantaggio su Dio.
Paragonando il Vangelo alla vita della maggior parte di noi cristiani, si avverte un malessere. Abbiamo forse dimenticato che siamo il sale della terra, la luce sul lumicino, il lievito della massa (Matteo, 5, 13-15). Il soffio dello Spirito non anima molti cristiani e uno spirito di me- diocrità ci consuma. Tra di noi vi sono cristiani attivi, anzi agitati ma le cause che ci consumano non sono la causa del cristianesimo.
Dopo aver guardato e riguardato in me stesso, ciò che si trova attorno a me, prendo il Vangelo e vado ver- so san Paolo dove trovo un cristia- nesimo tutto fuoco, tutta vita, con- quistatore, un cristianesimo vero che riguarda tutto l'uomo, rettifica la vi- ta, consuma ogni attività. Un fiume di lava ardente, incandescente che esce dal fondo stesso della religione.
La consegna al Creatore! In ogni cammino spirituale retto, vi è sem- pre il principio del dono di se stessi. Si moltiplicano le letture, le pre- ghiere, gli esami ma senza arrivare al dono di sé, diviene segno che ci siamo persi. Prima di ogni pratica, di ogni metodo, di ogni esercizio, s'impone un'offerta generosa e uni- versale di tutto il nostro essere, del nostro avere e possedere. In questa offerta piena di se stessi, atto dello spirito e della volontà che ci porta alla fede e nell'amore a contatto con Dio, risiede il segreto di ogni pro- gresso.

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Un'antologia
di scritti
del santo cileno
Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1994 e canonizzato nel 2005 da Benedetto XVI, Luis Alberto Hurtado Cruchaga (1901-1952) è un santo notissimo in tutta l'America latina. Sacerdote gesuita, attento ai problemi sociali e del lavoro, ha fondato il movimento Hogar de Cristo per venire incontro alle necessità dei più poveri. La Pontificia Università Gregoriana ha ospitato nei giorni scorsi un seminario dedicato alla sua figura promosso dalla Pontificia Commissione per l'America Latina, in collaborazione con l'Ambasciata del Cile presso la Santa Sede. Nell'occasione è stata presentata la prima traduzione italiana di un'antologia di scritti del gesuita cileno (Un fuoco che accende altri fuochi. San Alberto Hurtado, Roma, Gregorian & Biblical Press, 2013, pagine 192, euro 15). Tratto dal volume in questione, pubblichiamo il capitolo intitolato «Una sana spiritualità».

Osservatore romano


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