Saturday, March 01, 2025
Who goes to Heaven
There is a sense in which we can apply a similar form of analysis to our own "true selves". Indeed, it seems to me that these questions are very close to what Our Lord's questions will be when the time comes for Him to judge each and every person who has ever lived, to assess each one's personal culpability for his or her failure to follow the Natural Law and to accept and live in accordance with Divine Revelation. What did you know? When did you know it? And once you knew, what did you do about it?
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Friday, February 14, 2025
Saturday, February 08, 2025
Investigating the roots of the natural/supernatural dichotomy
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Wednesday, February 05, 2025
Tuesday, January 28, 2025
Parrocchia missionaria
PROCURA GENERALE SAVERIANA
Viale Vaticano 40
00165 ROMA
Tel. 06-39366571
Roma, 31-12-2024
Cari amici e compagni, Economi e Superiori di circoscrizione,
sembra ieri che ho assunto la responsabilità della Procura, ma sono già passati cinque anni!
Ed è giunto il momento di congedarmi. Con il resoconto di Dicembre 2024, concludo il mio impegno in Procura e mi appresto a ritornare in Bengala. E nel mentre vi auguro un buon anno 2025, spero abbiate passato un Natale altrettanto buono e sereno. Approfitto di questa occasione per mandarvi qualche riflessione. Va da sé che se ciò non risultasse gradito, potete
sempre cestinare e dimenticarvi di me! Da domani, del resto, non sarò più il procuratore!
Innanzitutto voglio ringraziarvi per avermi supportato e sopportato. L'avere a che fare con il denaro rischia di sporcare chi lo maneggia. Il compagno e gurudeb Luigi (Paggi) parla di
esso come dello "sterco del demonio." Ebbene, spero che tal sterco non abbia in alcun modo contaminato i miei rapporti con voi! La seconda cosa, invece, prendetela come una specie di testamento, da quasi ex-procuratore!
Indubbiamente siamo in discesa, nel senso che anno dopo anno le offerte non fanno che assottigliarsi. Questo però non mi ha mai preoccupato e tantomeno mi preoccupa ora.
Mi preoccupa invece l'ingenuità del nostro atteggiamento. Al centro delle nostre vite non dovrebbe stare il denaro, ma la Missione. E se il denaro è pur indispensabile, non ne è certo
la sua condizione sufficiente e tantomeno necessaria: "non di solo pane vive l'uomo," infatti.
Purtroppo mi pare di constatare che ad una diminuita disponibilità di denaro non sia corrisposto un ripensamento sul nostro modo di vivere e di operare. La nostra preoccupazione
mi pare sia rimasta concentrata piuttosto sul come ottenere o riottenere il denaro che un tempo ricevevamo! E la cosa per me più grave è che tale preoccupazione è essenzialmente
sganciata dalla missione, e sempre più concentrata invece sul missionario.
Case, stili di vita, oggetti, strumenti, veicoli, viaggi e amenità varie, sono le allodole che ci attraggono. Sembra che l'essere missionari, indipendentemente dai contesti in cui viviamo, ci dia il diritto ad un certo tenore di vita, forse inconsapevole compensazione di rinunce consapevolmente assunte. Quasi che tutto ci sia dovuto, a causa appunto della nostra
scelta eroica, quando la gente che ci sta intorno magari vive in ristrettezze, non può curarsi, e fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Noi invece continuiamo a vivere in una bolla
artificiale, in un mondo ovattato, garantiti in tutto e per tutto, spendendo allegramente senza davvero conoscere il valore del denaro e della fatica che ci sta dietro. E guai a chiedere
sobrietà e austerità! Noi facciamo voto di povertà, ma come spesso è successo nella storia, è la gente comune a viverla. A noi l'onore e il prestigio di professarla, ai comuni mortali l'onere
di praticarla!
Oggi parlare di spending review, di poverta, di risparmio per una solidarietà che vada oltre l'ipocrisia, significa tirarsi addosso le ire mal celate di tanti. Fundraising, crowdfunding,
ecc. queste le nuove, moderne e magiche parole che rischiano di trasformare anche la missione in un fatto virtuale, efficiente, statistico. Ma il concentrarsi sui missionari del presente (e del passato), i loro bisogni e necessità, rischia di farci perdere di vista il presente e il futuro della missione, la nostra ragion d'essere.
Sarà una coincidenza fortuita (permettetemi la quasi-tautologia), ma la diminuzione di offerte e donazioni si è accompagnata in questi anni ad una diminuzione di tensione, mi pare, circa l'idea e la realtà della missione. Chi parla più di missione oggi? E chiaro quale sia la nostra missione oggi? Sappiamo già tutto di essa? C'è un dibattito al riguardo? Ci sono idee nuove sulla sua attuazione concreta nei vari contesti in cui siamo? Conosciamo questi nostri contesti? Il massimo che abbiamo prodotto è stato il trasformare dei mezzi in fini, cosicché ciò che era solo strumento e modalità adesso è diventato luogo, entità virtuale, il sesto continente appunto, quasi la condizione necessaria per e dell'evangelizzazione moderna! Di contro, abbiamo relativizzato il mondo reale, scambiandolo con i nostri desiderata da carta patinata. Siamo interessati alla realtà aumentata e ci dimentichiamo di quella di tutti i giorni, scomoda, senza brillantina di sorta, talvolta anche puzzolente. E quasi a garantirci un porto
sicuro, al riparo dalle frammentazioni e liquefazioni moderne, abbiamo rispolverato la ritrita idea di parrocchia missionaria, proprio nel momento in cui quest'ultima, in Europa almeno,
(ma cosa dire dell'Asia?) sta soffrendo un drastico e irreversibile ridimensionamento. E quello che fu l'audace progetto della missione, rischia di ridursi a una rassicurante bolla intimistica, gonfiata ad includere una fantomatica famiglia carismatica, la barca di un piccolo resto incurante del Titanic che affonda. Ma il Titanic, il mondo, per quanto scassato, problematico,difficile, refrattario e quant'altro esso sia, deve essere l'oggetto delle nostre attenzioni!
Insomma, mi sembra che l'autoreferenzialità, lo sguardo verso l'interno, la nostra comunitàecc. siano state le nostre risposte alle crescenti difficoltà che la missione oggi incontra (ma
quando mai la missione è stata facile?).
Ho il vago sentire che sarà il reimparare la missione, la sua riscoperta, assieme alle sue modalità di attuazione, che porteranno a una nostra rinascita che includerà anche una
ritrovata solvenza finanziaria. Non sono certo i nostri numeri la garanzia del nostro successo, ma il nostro vivere la missione nell'oggi del mondo. Solo un ritorno convinto ad essa, potrà
garantirci la sopravvivenza, se pur questa è necessaria. E questo è anche il mio augurio per il 2025 che ci sta davanti! Possa la missione tornare a ripopolare i nostri sogni. Il resto verrà da se!
Ancora grazie di tutto e se passate da Khulna, venite a salutare!
Ciao.
Sergio
Sagi lo
ROMA
ITALY
LE
P.S.: 1. Su una nota più prosastica: per piacere ringraziate sempre i benefattori. Non ci possono essere attenuanti a questo dovere, che, purtroppo, ancora oggi viene spesso
disatteso.
2. Tutto in Procura, dalla email ai conti bancari ecc., rimane tale e quale.
3. Tutto il mio supporto e aiuto a Nacho, che dalla mezzanotte, sarà il nuovo Procuratore Generale. Sicuramente saprà fare molto bene e meglio di quanto abbia potuto o saputo
Monday, January 27, 2025
『声』2000年12月号・巻頭言
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二十一世紀への宣言
アンドレア・ボナツィ
(聖ザベリオ宣教会)
「発想は最初のうち愚かに見えるのでなければ、それに対してあまり期待できない」と言ったのは、相対性理論を発表したアインシュタインである。インターネット上の販売を始めた人から、最近こんなメッセージが届いた。
キールケゴールはキリスト教会を汽車に譬えて、機関車は「永遠のいのちへの憧れ」であるとした。その機関車に引っ張られて教会がもっとも長い旅ができた。ところが、その機関車は今、はずされようとしている。「今や船が司厨員に乗っ取られて、司令塔の拡声器から聞えてくるのは針路のことではなく、明日のメニューだけである」と、キールケゴールは注意してくれた。
世界中の人々は、神殿からの神託を受けるがごとく毎日為替相場の結果を窺いながら生活を決めているのを見るにつけ、世の中は変になった、どこか大事なことが欠けているとしか思えてならない。二十世紀は、かつてない暴力に満ちた世紀であった。また、神を表舞台から積極的に追い出そうとした時代でもあった。やはり、どこかで反省をしないと私達は過去のパターン(あやまち)を繰り返すだけではないか。発想を変えず、日付けが変るだけでどうして新しい時代になりえようか。そんな起りようもない「奇跡」を現代人は信じてしまっているのではなかろうか。
「既知の海岸を見失わないかぎり、新しい大陸を発見できない」(A・ジード)。「彼岸」という発想を失えば、「此岸」だけ見えて旅は始まらない。