Friday, June 27, 2025

(異論のススメ スペシャル)戦後80年「ごっこの世界」 佐伯啓思

(異論のススメ スペシャル)戦後80年「ごっこの世界」 佐伯啓思
https://www.asahi.com/articles/DA3S16244017.html

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Thursday, June 05, 2025

(明日へのLesson)第1週:ブック やっかいな思想家の「理想」 『社会契約論』

(明日へのLesson)第1週:ブック やっかいな思想家の「理想」 『社会契約論』
https://www.asahi.com/articles/DA3S16228999.html

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Pelagianism

Quoting St. Augustine, the Augustinian Pontiff also warned against Pelagianism, without mentioning the ancient heresy by name:

Faith is primarily a response to God's love, and the greatest mistake we can make as Christians is, in the words of Saint Augustine, "to claim that Christ's grace consists in his example and not in the gift of his person" (Contra Iulianum opus imperfectum, II, 146). How often, even in the not too distant past, have we forgotten this truth and presented Christian life mostly as a set of rules to be kept, replacing the marvelous experience of encountering Jesus—God who gives himself to us—with a moralistic, burdensome and unappealing religion that, in some ways, is impossible to live in concrete daily life.

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Tuesday, June 03, 2025

Ecco una breve omelia sui testi che hai indicato (At 20,28-38; Sal…

Ecco una breve omelia sui testi che hai indicato (At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11-19):


Omelia

Cari fratelli e sorelle,

oggi la Parola di Dio ci mette davanti due immagini fortissime: da una parte quella di San Paolo che affida la comunità di Efeso a Dio, con parole cariche di amore e di responsabilità; dall'altra, quella di Gesù che prega il Padre per i suoi discepoli, perché siano custoditi nel suo Nome e consacrati nella verità.

Nel libro degli Atti, Paolo parla con il cuore in mano: sa che sta per andarsene, forse per sempre. E cosa fa? Non lascia un piano di gestione, né distribuisce ruoli amministrativi. Affida tutto a Dio e alla parola della sua grazia. È questa la vera forza che edifica la Chiesa: non l'organizzazione, ma la fedeltà alla Parola, il legame vivo con Dio. Paolo mette in guardia contro i "lupi rapaci" e contro la tentazione più subdola: quella di usare la fede per attirare discepoli a sé, anziché condurli a Cristo. In questo, l'umiltà dell'Apostolo è esemplare: ha lavorato con le proprie mani, non ha cercato vantaggi, ma ha testimoniato che «si è più beati nel dare che nel ricevere».

Il Vangelo di Giovanni ci mostra invece Gesù in preghiera: è un momento intimo, profondo. Gesù non ci toglie dal mondo — perché il mondo, pur con le sue sfide, è il luogo della missione — ma chiede che siamo custoditi e consacrati nella verità. Il discepolo è colui che vive nel mondo senza appartenere al mondo. È mandato come Gesù è stato mandato: non per condannare, ma per portare luce, verità, unità.

Ecco allora il filo rosso che unisce questi testi: custodire e consacrare. Paolo ha custodito il gregge, ora lo affida a Dio. Gesù ha custodito i suoi, ora li affida al Padre. Noi siamo continuamente nelle mani di Dio, eppure siamo anche chiamati a vegliare, ad ammonire, a edificare. Non da soli, ma con la forza che viene da Dio.

Il Salmo lo canta con entusiasmo: "Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo". È questa la nostra eredità, la nostra gioia: essere un popolo custodito, mandato e unito nella verità.

Che questa Parola oggi ci rafforzi nella vigilanza, nell'unità e nel dono gratuito di noi stessi.

Amen.


Se desideri un'estensione, uno stile più colloquiale o più solenne (ad esempio liturgico o catechetico), posso adattarlo.

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Saturday, May 31, 2025

La scelta consumata con la svolta costantiniana (veicolata dalla problematica…

La scelta consumata con la svolta costantiniana (veicolata dalla problematica teologia politica eusebiana) $ fu quella di abbracciare la «forma chiesa» scartando quella di «setta»: includere il maggior numero di fedeli (anche gli impuri, i lapsi, i deboli, mettendo fuori legge dogmatica, come eresia, il modello donatista di espulsione dei 'non resistenti: coloro che durante le persecuzioni avevano abiurato per evitare il martirio), accogliendo anche i meno religiosamente qualificati, gli eticamente squalificati, i culturalmente non attrezzati, attivando canali e modelli di appartenenza oggettivamente istituzionalizzata, compensativa dei deficit motivazionali, spirituali e riflessivi soggettivi, graduando forme differenziate di partecipazione e riconciliandosi con la società di accoglienza, avviando una grandiosa opera di mediazione istituzionale e culturale con essa, configurata in una sistematica integrazione giuridica, amministrativa, economica, politi-
ca, educativa, assiologica.
Nel contesto storico della tarda antichità pagana, questa scelta passava per l'assimilazione alla romanità con il suo formidabile impianto giuridico e l'incorporazione nella forma politica della sovranità imperiale: era l'inaugurazione della cristianità, che nella teologia eusebiana dell'analogia tra

monarchia divina e terrena trovava il proprio modulo teologico-politico di partenza, subdolamente antibiblico, ideologicamente funzionale a un progetto storico-politico particolare.
Fu uno spaventoso errore religioso? Fu il tradimento idolatrico dello Spirito in nome del governo della terra incarnato dalla figura mitologica
Grande Inquisitore? O fu una scelta rispondente alla vocazione universalista dell'annuncio cristiano, implementata al prezzo altissimo di una simbiosi politico-sociale modellata da una normatività non evangelica (quan-do non radicalmente antievangelica), giustificata con dispositivi teologici strategicamente riaggiustati all'evolversi storico, ma premiata nel lungo termine dalla potenza civilizzatrice e umanizzante di questa stessa Parola, capace di trasformare progressivamente le strutture politiche e sociali delle società cristiane, promuovendo in esse un riconoscimento crescente della dignità della persona, dei diritti universali dell'uomo, della libertà, della solidarietà?

La sconfessione contemporanea dell'ideologia costantiniana di assimila zione della sovranità terrena e di quella divina e di tutta la tradizione s cessiva di aggregazione tra assetto politico-giuridico ed ecclesiale, la lic dazione non solo oggettiva, ma critico-riflessiva da parte dei credenti d forma di civiltà incarnata dalla cristianità, potrebbe allora coniugarsi il riconoscimento del valore della scelta ecclesiale, cattolica, e non sett esemplarmente veicolata dagli eventi di Nicea, che fa del corso succes della storia del cristianesimo non una lineare deviazione dalla santità d origini, ma un accidentato e faticoso percorso di Grazia e di peccato, in la Chiesa non è venuta meno alla sua missione di essere segno e strume anche storico e non solo escatologico, di salvezza per tutta l'umanità, per tutta la società.

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Friday, May 30, 2025

Rivisitare Nicea

Rivisitare Nicea
La scelta ecclesiale della cattolicità oltre le formule politiche della cristianità
Teresa Bartolomei
Rivista del clero italiano 4/2025

A partire dal fatto che l'appartenenza cristiana nella sua forma ecclesiale è ormai demograficamente e culturalmente minoritaria nell'orizzonte della contemporaneità (in declino in quella occidentale, in ascesa, ma non egemone, nel Sud del mondo) e accogliendo come positiva possibilità di riattivazione di una piena matrice evangelica quella separazione dell'appartenenza cristiana dal potere politico e dall'assetto sociale che è frutto positivo della secolarizzazione, il cristiano può riconfigurare un nuovo paradigma di cattolicità della missione storica della Chiesa, che dia fiducia alla potenza umanizzatrice e civilizzatrice del proprio annuncio e della propria presenza, senza per altro giocarlo né in chiave antagonistica, né separatista, né egemonica.
Nel non pensare la propria minoritarietà come eccezionalità esclusiva, né come problema da risolvere attraverso strategie politiche, azioni di difesa dei propri interessi sociali ed economici, e/o di occupazione di spazi culturali, la comunità ecclesiale deve dare carne alla sua vocazione di essere testimone e strumento dell'azione redentiva di Cristo per tutti, presenza di santificazione di tutta la storia nell'accoglienza sacramentale della santità di Dio. 1700 anni dopo Nicea, la missione cattolica dei cristiani non sarà più quella di cristianizzare la società ma di santificarla: lavorare dentro le istituzioni secolari, i mondi vitali, le culture, le costellazioni evenemenziali, i cuori e le menti dei singoli, affinché essi vengano vivificati e governati dallo Spirito, e germini in essi la verità illuminatrice e umanizzatrice del Logos.

Santificare la storia è fare crescere in essa la pace, la giustizia, la solidarietà, la verità: non una verità sull'uomo di cui i cristiani disporrebbero in esclusiva, ma la verità dell'uomo che avviene nell'incontro redentivo con Cristo, evento di grazia che conforma sacramentalmente in relazioni ecclesiali tutte le relazioni umane da esso investite, verità dell'uomo che i cristiani contribuiscono a mettere in luce, ad accogliere e a far lievitare, nella condivisione comunionale con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

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Wednesday, May 28, 2025

bonum gratiae unius est maius quam bonum naturae totius universi

bonum gratiae unius est maius quam bonum naturae totius universi

Summa Theologiae I. II, q. 113, a. 9, ad 2

English

The good of grace in one person is greater than the good of nature in the whole universe.


Italian

Il bene della grazia in una sola persona è più grande del bene della natura in tutto l'universo.


Japanese (日本語)

一人の中にある恩寵の善は、全宇宙の自然の善よりも偉大である。
(Hitori no naka ni aru onchō no zen wa, zen uchū no shizen no zen yori mo idai de aru.)

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Tuesday, May 27, 2025

On his will is our peace

"In His will is our peace," Dante famously wrote. We try to find peace in doing our own will, in having our own way. That might keep anxiety at bay, for a time. But it's ultimately in vain. We find peace in knowing and doing His will. Which is not to say that we find comfort, prosperity, or popularity. Only that we possess the tranquility of knowing that we are on the right path. And when we know that we are walking in integrity and truth, then we can endure and even embrace a great deal of discomfort, poverty, and scorn.

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Metaphysics For Quantum Mechanics

https://zenodo.org/records/15521232

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Sunday, May 11, 2025

Corriere 11/5/2025

La forza della Chiesa è sempre stata quella di interpretare i segni dei tempi senza farsene soggiogare: il trascendente è un elemento della struttura della coscienza, non un momento della storia della coscienza.

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La “pornocrazia” vaticana e il conclave: prepararsi per il peggio, sperare nel meglio – Osservatorio Card. Van Thuân

https://vanthuanobservatory.com/2025/05/08/la-pornocrazia-vaticana-e-il-conclave-prepararsi-per-il-peggio-sperare-nel-meglio/

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Christine NilesさんによるXでのポスト


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Cf. Post qui sotto We were never very likely to escape a Boomer pope. However, there's…

We were never very likely to escape a Boomer pope. However, there's a huge difference between someone born in 1936 and someone born in 1955. Bergoglio came of age in the delirious ecstasy of Vatican II and was forever stamped by that Woodstock experience. Prevost was only 10 years old when Vatican II ended, and while he too grew up in the post-nuclear wasteland, the relationship to the event was quite different. Let's put it this way: Bergoglio was emotionally codependent on Vatican II, whereas Prevost is only conceptually committed to it. This is a step on the path to the next pope, who will be not quite as conceptually committed as Prevost, until a time comes when a pope arrives for whom Vatican II is just one among many councils, no more. Yes, it's a darn slow process, but that's how human generations work, and we have to remember that instant results are given by computers, not by history.

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Peter KwasniewskiさんによるXでのポスト


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Tuesday, April 29, 2025

La tesi centrale del libro Molte religioni, quale verità? Un nuovo…

La tesi centrale del libro Molte religioni, quale verità? Un nuovo sguardo sulle religioni non cristiane di Gerhard Gäde propone un approccio teologico innovativo denominato interiorismo. Questo approccio si distingue dalle tradizionali posizioni di esclusivismo, inclusivismo e pluralismo nel dialogo interreligioso.

Cos'è l'interiorismo?

L'interiorismo, secondo Gäde, è un'ermeneutica cristiana delle religioni non cristiane che:
• Riconosce la verità insuperabile delle altre religioni, attribuendo loro un carattere salvifico, senza relativizzare la pretesa veritativa propria della fede cristiana.
• Evita un'attitudine di superiorità, distinguendosi dall'esclusivismo e dall'inclusivismo, e rifiuta la relativizzazione della verità cristiana tipica del pluralismo.

Gäde applica questa prospettiva in particolare all'islam, mostrando come, attraverso il messaggio cristiano, sia possibile riconoscere nelle altre religioni una verità autentica e salvifica.

Fondamenti teologici

L'interiorismo si basa sulla dottrina scolastica dell'unilateralità della relazione del creato con Dio, secondo la quale il creato non costituisce un termine costitutivo della relazione reale di Dio con il creato. Questo porta a una problematizzazione delle pretese di rivelazione delle religioni non cristiane, risolta nel cristianesimo attraverso la concezione trinitaria e l'incarnazione del Figlio.

Implicazioni

Con l'interiorismo, Gäde propone una via per riconoscere la verità e il valore salvifico delle religioni non cristiane, mantenendo al contempo la centralità e l'unicità della rivelazione cristiana. Questo approccio offre una prospettiva affascinante e accessibile per comprendere il rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni.

Per approfondire ulteriormente, è possibile consultare la voce dedicata all'interiorismo teologico su Wikipedia .

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Interiorismo_teologico?utm_source=chatgpt.com

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Thursday, April 24, 2025

Rome and Jerusalem

As a priest friend of mine once said, Rome took the place of Jerusalem.

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Rome and Jerusalem

As a priest friend of mine once said, Rome took the place of Jerusalem.

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Rome and Jerusalem

As a priest friend of mine once said, Rome took the place of Jerusalem.

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Thursday, April 17, 2025

Money and Eternity 2

If we know death is inevitable, and there is a time when all we've enjoyed and built will come to an end, isn't the wise thing to do to leverage it for eternity so that our efforts point to Jesus, long after we're gone?

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Money and Eternity

Randy Alcorn, in The Treasure Principle, writes, "You can't take [money] with you, but you can send it on ahead." What we do with our money now matters later. Luke 16:11–12 challenges us that if we fail to be faithful with fleeting things like dollar bills, how can we expect God to entrust us with kingdom responsibility?

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Saturday, March 29, 2025

Flashback: The Empty Square

Flashback: The Empty Square: Five years ago today, Pope Francis stood alone in a rainy St. Peter’s Square and gave his blessing to a world nearly paralyzed with fear of a contagious disease.

Friday, March 28, 2025

I punti più importanti della filosofia di San Tommaso

MiL - Messainlatino.it
Quali sono i punti più importanti della filosofia di San Tommaso? - #santommaso #teologia #summatheologica
Doctor Angelicus ora pro nobis.Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 6 Marzo 2025
1.San Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca, nel Basso-Lazio, tra il 1224 e il 1226. Morì a Fossanova il 7 marzo del 1274.
2.Le sue opere principali sono la Summa Theologica e la Summa contra gentiles.
I punti del suo pensiero
1.Ragione e fede devono collaborare. San Tommaso utilizza questo argomento molto chiaro: Dio Sha voluto l'uomo volontà, ma anche ragione; dunque, l'uomo deve arrivare a Dio con la fede, ma anche con la ragione. Pertanto, la Rivelazione presuppone la ragione.
2.La conoscenza deve iniziare dai sensi. Secondo san Tommaso, Aristotele aveva ragione: la conoscenza inizia dai sensi. La conoscenza è adeguamento del soggetto all'oggetto (realismo).
3.Tutti gli enti sono contingenti, solo Dio è necessario. San Tommaso afferma che la realtà è fatta di essere esistenti ma che non dovevano necessariamente esistere e quindi sarebbero potuti non esistere (contingenti). Gli esseri contingenti presuppongono un essere necessario: Dio, che è l'atto puro (esse ut actus). In Dio essere ed esistenza coincidono, nelle creature essere ed esistenza non coincidono.
4.L'esistenza di Dio è dimostrabile. Proprio perché gli esseri conteingenti presupponfgono l'essere necessario, allora attraverso gli effetti si può risalira alla causa prima, così come era riuscito anche Aristotele individuando il primo motore immobile. San Tommaso dice che ci sono ben cinque "vie" con cui poter arrivare all'esistenza del Creatore.
5.Tutto esiste perché partecipa dell'essere nella sua pienezza, che è Dio. Nella partecipazione Dio è causa efficiente, ma anche causa sussistente: Dio ha creato, ma continua ad operare nel mondo e a sostenerlo.
6.L'analogia entis, cioè il "metodo analogico". La partecipazione conduce al metodo analogico: tra Dio e il creato non c'è univocità, né equivocità, ma analogia. Con l'erroneità del metodo univoco si confuta l'ilozoismo presocratico, ovvero il panteismo. Con l'erroneità del metodo equivoco si confuta lo scetticismo atomista. Con il metodo analogico (analogia entis) si capisce non solo che Dio esiste, ma si possono anche conoscere alcune sue caratteristiche. Per esempio, che Dio ha creato per amore, cosa che Aristotele non era riuscito a capire. Insomma, con l'analogia si può conoscere (anche se non "comprendere") la natura di Dio.
7.Con la ragione non solo si può conoscere l'esistenza di Dio, ma anche alcune sue caratteristiche. Grazie al metodo analogico, san Tommaso individua tre "vie" per conoscere la natura di Dio. La via dell'affermazione: le perfezioni delle creature sono anche in Dio. La via dell'eminenza: le perfezioni delle creature sono in Dio in grado eminente, cioè infinito. La via della rimozione: le imperfezioni delle creature contingenti non possono trovarsi in Dio, essere necessario.
8.L'uomo non solo è anima, ma anche corpo. Qui san Tommaso riprendere il concetto di "sinolo" di Aristotele. L'uomo è sinolo di materia (corpo) e forma (anima) che insieme formano un'unica sostanza.
9.La ragione può dimostrare che l'uomo ha un'anima immortale. Secondo san Tommaso, l'anima è immortale perché è forma pura. La Scuola Francescana aveva parlato di anima e corpo come due sostanze per salvaguardare l'immortalità dell'anima; in tal modo però vi era il rischio del dualismo, cioè la contrapposizione tra anima e corpo. San Tommaso risolve il problema applicando la teoria aristotelica della materia e della forma: l'anima diventa forma pura, per cui ha bisogno sì del corpo ma solo fin quando è incarnata.
10.Non solo intelletto, ma anche volontà; non solo volontà, ma anche intelletto. Secondo san Tommaso, l'intelletto ha una primato logico: per amare bisogna prima conoscere. La volontà ha però un primato ontologico: si verrà giudicati non dalla capacità di conoscere Dio, ma di amarlo.
11.Ogni forma di governo può andare bene, purché si rispetti il bene comune. Come per Aristotele, anche per san Tommaso l'uomo è naturalmente portato a vivere in società. Ogni forma di governo è valida, purché garantisca l'autentico bene comune. Comunque per san Tommaso è da preferire la monarchia, perché assicura maggiormente l'unità dello Stato.

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Tuesday, March 18, 2025

"If a ray of intellectual light is permitted to penetrate the miasma…

"If a ray of intellectual light is permitted to penetrate the miasma of democratophily, it can plainly be seen that the idea that in democracies we, the people, govern ourselves is a palpable fiction. Having acquired whatever rulers we acquire by whatever means we do in what we are pleased to call our democracies, our rulers rule us every bit as autocratically as if they were devout believers in the divine right of kings. The fact that we have serial rulers doesn't make those that we have at a given time any less our rulers than the kings and tyrants of a more classical vintage, it just makes them careful not to appear tyrannical or regal. And modern technologies extend the reach and the efficiency of their means of coercion further than anything Louis XIV could have dreamed of. A man is a slave if he is ruled by a slavemaster; he is no less a slave if he happens to have a small say in the selection of his slavemaster every few years."

[from my "Démocratie, Populisme et la Crise de la Culture", in Chantal Delsol and Giulio de Ligio (eds), La Démocratie dans l'Adversité (Paris, Les Éditions du Cerf, 2019, p. 352]

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Saturday, March 01, 2025

Who goes to Heaven

Sometime in the last millennium (an expression guaranteed to make many of us feel our age), I hit upon what I think is a handy tool for understanding how God assesses the state of each person's soul. It comes from the legal concept of holding members of a board of directors responsible for the malfeasance of corporate officers and other employees. To determine whether the directors are culpable, the legal process must, as the expression goes, "pierce the corporate veil"—the veil which normally creates a buffer between the daily actions of those who work for a corporation and those who are legally responsible for the corporation as a whole. The questions that need to be answered to "pierce the corporate veil" and get at the guilt (or innocence) of the directors are essentially these three: (1) What did you know? (2) When did you know it? and (3) What did you do about it?

There is a sense in which we can apply a similar form of analysis to our own "true selves". Indeed, it seems to me that these questions are very close to what Our Lord's questions will be when the time comes for Him to judge each and every person who has ever lived, to assess each one's personal culpability for his or her failure to follow the Natural Law and to accept and live in accordance with Divine Revelation. What did you know? When did you know it? And once you knew, what did you do about it?

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Tuesday, January 28, 2025

Parrocchia missionaria

https://dg.saveriani.org/it/component/zoo/?task=callelement&format=raw&item_id=8685&element=f85c494b-2b32-4109-b8c1-083cca2b7db6&method=download&args%5B0%5D=0.0&args%5B1%5D=712d83c0486824b59e525536b6d16129



PROCURA GENERALE SAVERIANA
Viale Vaticano 40
00165 ROMA
Tel. 06-39366571
Roma, 31-12-2024
Cari amici e compagni, Economi e Superiori di circoscrizione,
sembra ieri che ho assunto la responsabilità della Procura, ma sono già passati cinque anni!
Ed è giunto il momento di congedarmi. Con il resoconto di Dicembre 2024, concludo il mio impegno in Procura e mi appresto a ritornare in Bengala. E nel mentre vi auguro un buon anno 2025, spero abbiate passato un Natale altrettanto buono e sereno. Approfitto di questa occasione per mandarvi qualche riflessione. Va da sé che se ciò non risultasse gradito, potete
sempre cestinare e dimenticarvi di me! Da domani, del resto, non sarò più il procuratore!
Innanzitutto voglio ringraziarvi per avermi supportato e sopportato. L'avere a che fare con il denaro rischia di sporcare chi lo maneggia. Il compagno e gurudeb Luigi (Paggi) parla di
esso come dello "sterco del demonio." Ebbene, spero che tal sterco non abbia in alcun modo contaminato i miei rapporti con voi! La seconda cosa, invece, prendetela come una specie di testamento, da quasi ex-procuratore!
Indubbiamente siamo in discesa, nel senso che anno dopo anno le offerte non fanno che assottigliarsi. Questo però non mi ha mai preoccupato e tantomeno mi preoccupa ora.
Mi preoccupa invece l'ingenuità del nostro atteggiamento. Al centro delle nostre vite non dovrebbe stare il denaro, ma la Missione. E se il denaro è pur indispensabile, non ne è certo
la sua condizione sufficiente e tantomeno necessaria: "non di solo pane vive l'uomo," infatti.
Purtroppo mi pare di constatare che ad una diminuita disponibilità di denaro non sia corrisposto un ripensamento sul nostro modo di vivere e di operare. La nostra preoccupazione
mi pare sia rimasta concentrata piuttosto sul come ottenere o riottenere il denaro che un tempo ricevevamo! E la cosa per me più grave è che tale preoccupazione è essenzialmente
sganciata dalla missione, e sempre più concentrata invece sul missionario.
Case, stili di vita, oggetti, strumenti, veicoli, viaggi e amenità varie, sono le allodole che ci attraggono. Sembra che l'essere missionari, indipendentemente dai contesti in cui viviamo, ci dia il diritto ad un certo tenore di vita, forse inconsapevole compensazione di rinunce consapevolmente assunte. Quasi che tutto ci sia dovuto, a causa appunto della nostra
scelta eroica, quando la gente che ci sta intorno magari vive in ristrettezze, non può curarsi, e fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Noi invece continuiamo a vivere in una bolla
artificiale, in un mondo ovattato, garantiti in tutto e per tutto, spendendo allegramente senza davvero conoscere il valore del denaro e della fatica che ci sta dietro. E guai a chiedere
sobrietà e austerità! Noi facciamo voto di povertà, ma come spesso è successo nella storia, è la gente comune a viverla. A noi l'onore e il prestigio di professarla, ai comuni mortali l'onere
di praticarla!
Oggi parlare di spending review, di poverta, di risparmio per una solidarietà che vada oltre l'ipocrisia, significa tirarsi addosso le ire mal celate di tanti. Fundraising, crowdfunding,
ecc. queste le nuove, moderne e magiche parole che rischiano di trasformare anche la missione in un fatto virtuale, efficiente, statistico. Ma il concentrarsi sui missionari del presente (e del passato), i loro bisogni e necessità, rischia di farci perdere di vista il presente e il futuro della missione, la nostra ragion d'essere.
Sarà una coincidenza fortuita (permettetemi la quasi-tautologia), ma la diminuzione di offerte e donazioni si è accompagnata in questi anni ad una diminuzione di tensione, mi pare, circa l'idea e la realtà della missione. Chi parla più di missione oggi? E chiaro quale sia la nostra missione oggi? Sappiamo già tutto di essa? C'è un dibattito al riguardo? Ci sono idee nuove sulla sua attuazione concreta nei vari contesti in cui siamo? Conosciamo questi nostri contesti? Il massimo che abbiamo prodotto è stato il trasformare dei mezzi in fini, cosicché ciò che era solo strumento e modalità adesso è diventato luogo, entità virtuale, il sesto continente appunto, quasi la condizione necessaria per e dell'evangelizzazione moderna! Di contro, abbiamo relativizzato il mondo reale, scambiandolo con i nostri desiderata da carta patinata. Siamo interessati alla realtà aumentata e ci dimentichiamo di quella di tutti i giorni, scomoda, senza brillantina di sorta, talvolta anche puzzolente. E quasi a garantirci un porto
sicuro, al riparo dalle frammentazioni e liquefazioni moderne, abbiamo rispolverato la ritrita idea di parrocchia missionaria, proprio nel momento in cui quest'ultima, in Europa almeno,
(ma cosa dire dell'Asia?) sta soffrendo un drastico e irreversibile ridimensionamento. E quello che fu l'audace progetto della missione, rischia di ridursi a una rassicurante bolla intimistica, gonfiata ad includere una fantomatica famiglia carismatica, la barca di un piccolo resto incurante del Titanic che affonda. Ma il Titanic, il mondo, per quanto scassato, problematico,difficile, refrattario e quant'altro esso sia, deve essere l'oggetto delle nostre attenzioni!
Insomma, mi sembra che l'autoreferenzialità, lo sguardo verso l'interno, la nostra comunitàecc. siano state le nostre risposte alle crescenti difficoltà che la missione oggi incontra (ma
quando mai la missione è stata facile?).
Ho il vago sentire che sarà il reimparare la missione, la sua riscoperta, assieme alle sue modalità di attuazione, che porteranno a una nostra rinascita che includerà anche una
ritrovata solvenza finanziaria. Non sono certo i nostri numeri la garanzia del nostro successo, ma il nostro vivere la missione nell'oggi del mondo. Solo un ritorno convinto ad essa, potrà
garantirci la sopravvivenza, se pur questa è necessaria. E questo è anche il mio augurio per il 2025 che ci sta davanti! Possa la missione tornare a ripopolare i nostri sogni. Il resto verrà da se!
Ancora grazie di tutto e se passate da Khulna, venite a salutare!
Ciao.
Sergio
Sagi lo
ROMA
ITALY
LE
P.S.: 1. Su una nota più prosastica: per piacere ringraziate sempre i benefattori. Non ci possono essere attenuanti a questo dovere, che, purtroppo, ancora oggi viene spesso
disatteso.
2. Tutto in Procura, dalla email ai conti bancari ecc., rimane tale e quale.
3. Tutto il mio supporto e aiuto a Nacho, che dalla mezzanotte, sarà il nuovo Procuratore Generale. Sicuramente saprà fare molto bene e meglio di quanto abbia potuto o saputo

Monday, January 27, 2025

 

『声』2000年12月号・巻頭言

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二十一世紀への宣言

                                                アンドレア・ボナツィ

                                                (聖ザベリオ宣教会)

 

 

 「発想は最初のうち愚かに見えるのでなければ、それに対してあまり期待できない」と言ったのは、相対性理論を発表したアインシュタインである。インターネット上の販売を始めた人から、最近こんなメッセージが届いた。

 キールケゴールはキリスト教会を汽車に譬えて、機関車は「永遠のいのちへの憧れ」であるとした。その機関車に引っ張られて教会がもっとも長い旅ができた。ところが、その機関車は今、はずされようとしている。「今や船が司厨員に乗っ取られて、司令塔の拡声器から聞えてくるのは針路のことではなく、明日のメニューだけである」と、キールケゴールは注意してくれた。

 世界中の人々は、神殿からの神託を受けるがごとく毎日為替相場の結果を窺いながら生活を決めているのを見るにつけ、世の中は変になった、どこか大事なことが欠けているとしか思えてならない。二十世紀は、かつてない暴力に満ちた世紀であった。また、神を表舞台から積極的に追い出そうとした時代でもあった。やはり、どこかで反省をしないと私達は過去のパターン(あやまち)を繰り返すだけではないか。発想を変えず、日付けが変るだけでどうして新しい時代になりえようか。そんな起りようもない「奇跡」を現代人は信じてしまっているのではなかろうか。

 「既知の海岸を見失わないかぎり、新しい大陸を発見できない」(A・ジード)。「彼岸」という発想を失えば、「此岸」だけ見えて旅は始まらない。