«Il cristianesimo ha introdotto la dignità del canto dell’uomo, di quel
logos che quando incontra la musica assume una valenza responsoriale, non intesa come ripetizione vuota, ma come risposta perché l’uomo non è un riflesso di voci divine, ma ha una sua soggettività che interloquisce con una voce che viene dall’anima, una voce che non sempre si può rendere a parole, ma che trova espressione nella musica. Un enorme passo avanti perché ha fatto sì che in Occidente, grazie alla cultura cristiana, la musica non venisse ad assumere solo un carattere ripetitivo, di tradizione, ma diventasse una ri-creazione che viaggia di pari passo con la storia, con ciò che avviene nelle diverse epoche ».
P. Sequeri Avvenire 21 maggio 2008
Wednesday, May 21, 2008
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