Monday, December 22, 2008

E' piu' facile credere a una bugia che alla verita'

Pettegole sono le lingue dalla notte dei tempi, che si sparli dei compagni della tribù o si chiacchieri sulla star del momento: il gossip è parte di noi e, forse, è uno dei motoriche hanno hanno fatto evolvere il cervello. Se i maschi hanno sempre potuto contare sui muscoli, le femmine hanno risposto con i primi gruppi sociali, basati sulla cooperazionee, soprattutto, su forme di comunicazione molto intense. Il linguaggio - sostiene Nicole Hess della University of California at Santa Barbara - è nato come forma di difesa intelligente contro la forza bruta, come il gossip, appunto: è stata l’arma per creare o distruggere lo status degli individui, forgiando forme di potere continuamente variabili. È un principio che non abbiamo più dimenticato. «Sono coinvolti due aspetti chiave della psiche - sottolinea Massimo Di Giannantonio, psicologo dell’Università “D’Annunzio”di Chieti -: autostima e narcisismo. Dire male dell’altro non è che un modo indiretto per dire bene di sé». Ed è per questo che l’oggetto preferito del gossip sono i coetanei dello stesso sesso, come dimostrano gli studi di Jerome Barkow della Dalhousie Universityin Canada. L’ha spiegato sul Journal ofApplied Social Psychology: dopo aver fornito a un campione di individui notizie su una seriedi persone a loro sconosciute, ha fatto una serie di domande trabocchetto. È emerso che adoriamo spettegolare su individui simili a noi e che gli argomenti preferiti sono quelli più utili alla nostra ascesa sociale. In realtà, però, non è solo una questione didebolezza o mediocrità. Secondo l’analisi presentata su Personal Relationships da JenniferBosson dell’Università di Tampa, Florida, malignare aiuta a stringere rapporti congli sconosciuti e rinsalda quelli con gli amici. L’ha scoperto mostrando a un gruppo di persone molto eterogenee alcuni video di conversazioni a due: gli estranei solidarizzano più facilmente quando si tratta di dare un giudizio negativo sui protagonisti dei film. Ed ecco che, così, si torna all’alba del genere umano: il gossip - sostiene Roy Baumeister del dipartimento di psicologia della FloridaState University - aiuta a tracciare i confini tra chi fa parte di un clan e gli outsiders e acomprendere le regole di convivenza. Se molte teorie confermano che il pettegolezzo è donna, in realtà - aggiunge Di Giannantonio- l’evoluzione ha condotto a un «pareggio». Lei e lui lo praticano in uguale misura, sebbene su argomenti diversi: le donne si concentrano su sesso, corpo e abbigliamento, gli uomini prediligono denaro e lavoro. Di certo, a scatenare l’attenzione nel villaggio globale del XXI secolo sono sempre più le celebrità, da quelle televisive di piccolo calibro, fino ai divi veri, da Hollywood al business e ai super-ricchi. Uno studio di EtaMeta Research, realizzato da psicologi e psicopedagogisti, rivela che tv e new media non possono farne meno: ogni 11 minuti va in onda un pettegolezzo, ogni 15 un presunto scoop amoroso, ogni 23 uno “scandalo” su un personaggio pubblico. I famosi, così, fanno scattare un meccanismo complesso: se ne parla tanto per un profondo desiderio di identificarsi in loro e, dato che il sogno è destinato a restare irrealizzabile, si finisce per parlarne male. [...]Il pettegolezzo, quindi, non solo è un’arma,ma è potentissima: spesso ha più presa della realtà dei fatti. Lo dimostra un test sulla rivista Pnas di Ralf Sommerfeld del Max PlanckInstitute di Plon, in Germania. Messe in condizionedi formarsi una propria opinione su un certo individuo, le sue cavie hanno dimostratodi credere più volentieri alle maldicenze che ai loro stessi occhi. Se così è, il gossip dovrebbe anche spaventarci. E invece no.Tra Facebook, YouTube, reality show e carta stampata, non sembriamo avere paura dimetterci in mostra e rischiare di trasformarci nell’oggetto della chiacchiera universale. Perduti i valori condivisi, stiamo regredendo alla condizione primitiva: le società impersonali e ier-tecnologiche sembrano fatte apposta per il gossip. Come se vivessimo ancora ai bordi di una caverna.

Paola Mariano, Ilfoglio 22 dic 2008

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