Wednesday, December 17, 2008

Natura, cultura e creaturalita'

Il dualismo di natura e cultura viene interpretato secondo due modalita' sbagliate: cultura contro natura, o cultura secondo natura. Nella prima modalita' la cultura e'una mega-macchina, come dice Serge Latouche, di dominio e di distruzione; nella seconda modalita' invece, l’uomo si consegna a un presunto ordine naturale che e' al di sotto della liberta' della responsabiュlita' e della sua creativita'. Siamo la coscienza, la voce, i custodi del mondo naturale, non i suoi imitatori o i suoi sudditi.

La visione dell’essere umano come creatura risale al di qua della differenza tra credenti e non credenti, riguarda cio' che e' gia' sempre comune a tutti. Non obbliga a presupporre la dimensione sovrannaturale. La creaturalita' umana, che chiunque puo' riconoscere, non e'una terza dimensione oltre natura e cultura, e' la vocazione di entrambe. Il suo nucleo sta nel fatto che, come tutti i viventi, riceviamo l’esistenza in dono, non la decidiamo ne' la fabbrichiamo. Tale dono, sulla cui provenienza ognuno sviluppera la sua idea o la sua fede, affida proprio a noi la responsabilita' di imparare a vivere in modo creativo. Creativo significa non distruttivo. Dobbiamo rinunciare a usare mezzi mortiferi nella vita interiore e interpersonale, nella politica e nel rapporto con la natura. Gli effetti benefici di questo risveglio sono fondamentali. Intanto perche' solo scoprendo l’essere creatura come condizione radicale comune impareremo a superare quello che ci divide. E poi perche' solo chi assume la propria creaturalita' diventa fino in fondo persona: un soggetto libero, capace di esistere con amore e con speranza, cosi' da rinnovare il volto della terra.

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