Tuesday, August 28, 2012

Abstract: Problemi salienti del rapporto Vangelo-cultura in Giappone


Problemi salienti del rapporto Vangelo-cultura in Giappone (Andrea Bonazzi)

Abstract

Il deficit di inculturazione e di propagazione del Vangelo nel contesto delle millenarie culture dell'Estremo Oriente e' evidente anche a occhio nudo. Si tratta di vedere se, per recuperare il ritardo, sia praticabile la scorciatoia della "de-ellenizzazione" del Cristianesimo. Se, per esempio, sia possibile sostituire una visione confuciana o taoista del mondo a una aristotelica o illuminista. Oppure, se sia ipotizzabile una forma di vita ecclesiale che trae la sua origine direttamente dalla Parola senza passare attraverso le mediazioni dello “sviluppo dogmatico”. Se sia possible ottenere in laboratorio un distillato di Vangelo che, poi, si puo’ seminare nei piu’ svariati terreni. Se, in analogia con la “globalizzazione”, si puo’ pensare ad una Chiesa Cattolica “multipolare”; in quel contesto le chiese particcolari che tipo di rapporto avrebbero con la Chiesa universale. La “multipolarita” delle sfere culturali e l’unita’ della fede come si possono coniugare.
Anche se è vero che la Chiesa "non è legata ad alcuna cultura particolare" e che la Chiesa e il Vangelo devono "spogliarsi di tutti gli elementi e tratti culturali non essenziali”, dall'altro lato ci si deve assicurare che il messaggio evangelico non sia isolato dalla cultura in cui deve essere inserito. Giovanni Paolo II, ad esempio, nella esortazione Catechesi Tradendae, afferma che il messaggio evangelico non è puramente e semplicemente isolabile dalla cultura, nella quale esso si è da principio inserito, e neppure è isolabile, “senza un grave depauperamento”, dalle culture, in cui si è già espresso nel corso dei secoli.
Questi e altri vari problemi che si prospettano vanno indagati accuratamente dal punto di vista della Rivelazione e del Magistero, ma anche nel contesto specifico delle culture locali. Come dice Confucio: "Sapiens est universalis et non factiosus; vulgaris homo privati affectus, non universali benevolentiae homo" (Dissertae Sententiae, 2, XIV).

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