Thursday, October 19, 2006

Due modelli di laicita' dello stato + Civil Religion

All’interno della modernità vi sono infatti almeno due grandi famiglie di soluzioni alla istanza, dalle profonde radici cristiane, di separazione tra i poteri religiosi e tutti gli altri poteri civili (aspetto della più generale istanza della separazione dei poteri e della differenziazione delle istituzioni).

Nella soluzione offerta dal paradigma della laïcité trova un culmine (esemplarmente realizzato dalla Francia giacobina e poi dalla legislazione novecentesca di questo stesso paese), con riguardo alla religione, una variante del processo di egemonia della politica su ogni istituzione sociale avviatosi con l’esito della Guerra dei Trent’Anni (1618-1648). La ragione dello Stato sacralizza i propri princìpi ed i propri testi, elabora ed impone la propria etica, dà forma all’unico ed uniforme spazio pubblico dallo Stato stesso completamente controllato.

Diversamente, la soluzione offerta dal paradigma della religious freedom, il cui originario riferimento storico è il Primo Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America (1791), esprime, con riguardo alla religione, un orientamento alternativo a quello anzidetto, guidato dall’idea di una società aperta e plurale, articolata in numerose istituzioni – incluse quelle religiose – reciprocamente capaci di controllo e di riequilibrio, di una società non senza politica ma senza Stato (stateless society). Come è noto, questo emendamento fissa una coppia di principi: nessuna integrazione di una organizzazione religiosa nel sistema politico – disestablishment of church – e affermazione del valore essenziale del contributo (dunque tendenzialmente incoercibile) della religione alla vita pubblica – free excercise.

Se la modernità è istanza anche cristiana di separazione tra politica e religione, i due paradigmi di modernità appena ricordati ci si offrono attraverso due variegate famiglie di concrete istituzionalizzazioni di questa separazione. In un caso – quello della laïcité – di separazione con subordinazione (della religione alla politica) e nell’altro – quello della religious freedom – di separazione senza subordinazione.
Evidentemente, ciascuno di questi due orientamenti generali fornisce una risposta molto diversa al quesito sulla legittimità del concorso pubblico che la speranza cristiana può dare alla impresa civile. Tale concorso è nella prospettiva della laïcité, nel migliore dei casi, accessorio e sempre sub sudice, nella prospettiva della religious freedom è essenziale e rimesso al regime del pubblico confronto.


Non possiamo dimenticare che non è mancato chi nella sottolineatura di un ruolo pubblico per la Chiesa ed il cristianesimo ha trovato motivi per temere una riduzione di questo a religione civile. Di nuovo conviene tornare alla alternativa tra laïcité e religious freedom. Mentre nella prospettiva della laïcité religione di Chiesa e religione civile sono fenomeni dello stesso genere, e quest’ultima si propone di soppiantare quella (almeno in pubblico), nella prospettiva della religious freedom religione di Chiesa e religione civile sono fenomeni distinti che svolgono funzioni diverse, ed è la religione civile ad essere vincolata (tra l’altro) alla religione di Chiesa, e senza alcuna reciprocità.

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