Wednesday, October 09, 2013

Conclusa la visita in Corea del prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli

Conclusa la visita in Corea del prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli

Una Chiesa aperta

Significativo l'abbraccio con il quale si è conclusa, il 5 ottobre scorso, la visita in Corea del cardinale Fernan- do Filoni, prefetto della Congrega- zione per l'Evangelizzazione dei Po- poli. Protagonisti sono stati i semi- naristi, coloro ai quali è affidato il futuro di una Chiesa che al porpo- rato si è presentata in tutta la sua vi- vacità, decisa ad aprirsi ancor di più alla missio ad gentes.
Il cardinale ne ha incontrato una folta rappresentanza degli oltre 1.500 che si stanno preparando al sacerdo- zio. Erano riuniti nel seminario maggiore di Seoul con i loro forma- tori, sotto la cui guida stanno viven- do quello che il cardinale Filoni ha definito come «un tempo di discer- nimento, orientamento e preparazio- ne al servizio di Dio e della Chie- sa». Delineando le caratteristiche del sacerdote, il prefetto del dicaste- ro missionario, ha sottolineato in- nanzitutto l'essere «uomo di Dio e uomo di preghiera, amante dell'eser- cizio quotidiano della liturgia delle ore e dell'orazione personale; uomo di elevate virtù e di carità; uomo formato alla Parola e alla sapienza divina». Niente a che vedere con un freddo «amministratore o burocrate di questioni religiose». I sacerdoti, ha raccomandato, non devono essere «ideologi di un messaggio evangeli- co di tipo socializzante, secondo una lettura consona alle scienze po- litico-sociali, nemmeno di tipo psi- chiatrico immanente e autoreferen- ziale, privo di trascendenza e di mis- sionarietà, e nemmeno di tipo elita- rio, distante dalla realtà, in un con- testo di pessimismo disincarnato, lontano da Dio e dagli uomini».
Sempre a Seoul, sabato 5, il cardi- nale ha incontrato il laicato, erede di una grande storia di fede. «Ogni volta che nel mondo si parlerà della Chiesa in Corea — ha detto — non si potrà mai omettere di ricordare che i suoi inizi sono legati alla straordi- naria iniziativa di un gruppo di laici letterati. Pur essendo privi di sacer- doti e vescovi, nel desiderio di una leale ricerca della verità, vollero co- noscere la fede cattolica e la intro- dussero nel Paese».
Il cardinale Filoni ha quindi mes- so in guardia dalle tentazioni del se- colarismo e del materialismo, che in- sinuandosi «nella vita del cristiano» lo portano «a mutare il modo di pensare e di vivere, cosicché la Paro- la di Dio non è più la fonte d'ispira- zione dell'agire cristiano». Un ulte- riore pericolo è rappresentato dalla tendenza alla burocratizzazione e all'efficientismo, fino «quasi a sper- sonalizzarsi». Altro problema consi- ste «nella tendenza a frazionare la composita realtà ecclesiale, dove non prevalgono più le virtù della fraternità e della comunione eccle- siale, ma la distinzione, il grado, l'età».
E prima di incontrare i laici, il cardinale ha celebrato la messa nel santuario dei martiri di Choltusan. «Qui in Corea — ha detto — possia- mo rilevare l'importanza non solo dei missionari venuti da lontano per portare il Vangelo, ma soprattutto di uomini laici ai quali il Signore ha aperto il cuore e la mente alla grazia e alla Parola di Dio, divenendo essi stessi strumenti della Provvidenza divina nell'opera di evangelizzazio- ne».
Nella sua visita in Corea, il cardi- nale Filoni ha fatto tappa il 4 otto- bre a Chojinam, dove ha celebrato la messa per i religiosi, le religiose e i membri delle società di vita apo- stolica. «La vita religiosa ha due ca- ratteristiche indissolubili: non può non essere cristologica; non può non essere anche ecclesiologica» ha ricordato all'omelia. Secondo il cardi- nale è sbagliato «sminuire il ruolo della preghiera e dello spirito in fa- vore dell'attività pratica».
Sempre il 4 ottobre, nella catte- drale di Suwon, il prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazio- ne dei Popoli ha incontrato i sacer- doti, ai quali ha riproposto la me- moria viva di «sant'Andrea Kim Taegon, ordinato sacerdote nel 1845 e divenuto martire della fede appena un anno dopo la sua ordinazione. La sua breve vita — ha spiegato — brilla per tre motivi principali: la fe- deltà ai principi della fede appresi e vissuti nella sua nobile famiglia; il suo profondo desiderio di essere sa- cerdote; la sua testimonianza, rifiu- tando l'apostasia».
Forti di questa testimonianza, i sacerdoti sono stati invitati dal car- dinale Filoni a essere uomini di pre- ghiera e ad avere a cuore le vocazio- ni. Il porporato ha chiesto loro di «essere liberi dalle cose materiali, annunciatori e costruttori di pace», ricordando che la fede «non è pro- selitismo, non è un'ideologia». E li ha esortati a essere vicini a quanti sono nella sofferenza e nel dolore.
Sempre a Suwon, giovedì 3, il porporato ha celebrato la messa per il cinquantesimo anniversario della diocesi: è stato questo il motivo cen- trale della sua visita pastorale in Co- rea. «Alla Chiesa — ha detto — non
tocca piangere su un passato che muta, bensì spetta il compito di ri- collocare Gesù Cristo al centro della propria missione, affinché una Chie- sa cristologica sia segno di riconci- liazione e di speranza nella società». Ripercorrendo la storia della diocesi di Suwon, il cardinale ha ricordato che essa venne eretta da Paolo VI mentre a Roma si svolgeva la secon- da sessione del concilio Vaticano II: «Possiamo affermare — ha sottoli- neato — che la diocesi di Suwon nacque come da una costola del concilio».
Il porporato ha anche messo in evidenza «i profondi cambiamenti sociali ed economici» che toccano oggi famiglia e giovani. Ma «la cre- scita vistosa della comunità cattolica in questi anni — ha detto — ci stimo- la e incoraggia a comprendere quan- to la gente ha bisogno di Dio e quanto siano sempre pochi gli ope- rai nel suo campo».
Infine un incontro specifico il car- dinale Filoni ha riservato ai vescovi del Paese, che lo hanno accolto mer- coledì 2 ottobre a Seoul. «Non ac- contentatevi — li ha esortati — del prestigio che la Chiesa ha nel vostro Paese, né delle statistiche, pur così significative, che possiamo leggere. Il più è ancora da fare e bisogna avere intelligenza e audacia missio- naria». E ai presuli il cardinale ha raccomandato in particolare la visita alle parrocchie e la vigilanza sulla trasparenza amministrativa. Parlan- do del rapporto con i sacerdoti, ha poi invitato i vescovi a «mantenere con loro relazioni positive, paterne». Ha chiesto di visitare spesso i semi- nari e ha indicato la necessità di so- stenere il laicato come «prezioso ser- batoio di forze da immettere nella realtà sociale, politica, economica e culturale».
Il cardinale Filoni ha poi ringra- ziato i presuli per il loro impegno missionario, «per l'attitudine positi- va nei confronti dei fedeli della Co- rea del nord, ai quali, in questo mo- mento, va il mio pensiero e la mia preghiera. Grazie anche — ha con- cluso — per l'attenzione che voi ri- servate alla Chiesa in Cina. In meri- to, data la delicata situazione che es- sa attraversa, una migliore intesa con la nostra Congregazione è assai auspicabile».

Osservatore Romano 9 ottobre


iPadから送信

No comments: